Amaro in bocca per i clienti dei centri di benessere cinesi di Velletri, Genzano e Nettuno. In mattinata in entrambe i centri sono scattati i sigilli su disposizione della Procura della Repubblica di Velletri, che ha sottoposto le tre strutture a sequestro preventivo, in ottemperanza all’articolo 321 del Codice di Procedura Penale. I blitz sono stati portati a termine dagli uomini della Guardia di Finanza di Velletri, che in tutti e tre i casi si sono concluse con la chiusura dei centri e l’apposizione della scritta che ne motiva le serrande abbassate.
LE INDAGINI – Le indagini avrebbero avuto inizio, così sembrerebbe, da segnalazioni di alcuni residenti, insospettiti dai continui viavai, anche a tarda ora. A finire nel mirino il Centro Benessere veliterno, di via Bruno Buozzi, quello genzanese di via Generale Roberto Lordi e quello sul lungomare di Nettuno.
All’origine dei sequestri un vasto giro di prostituzione nelle strutture finite nel mirino delle ‘fiamme gialle’. La proprietà dei centri era collegata, e non sarebbero mancati episodi collegati allo sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, nella quale erano coinvolte diverse giovani cinesi, che vivevano in una casa rurale della campagna veliterna. Le manette sono allora scattate ai polsi di una 40enne cinese, accusata di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.
IPOTESI PROSTITUZIONE – Non un mistero, d’altronde, che tra le prestazioni erogate, quella del ‘massaggio romantico’, con tanto di masturbazione, fosse tra le più ambite, tanto da indurre a pensare che più che l’accezione Centro Benessere fosse ormai sbiadita, assumendo i contorni del Centro a ‘luci rosse’.
Al vaglio la posizione amministrativa dei due centri, nei quali è stato sequestrato materiale utile ai successivi accertamenti fiscali. Pare che per le prestazioni extra, le più richieste dai clienti, non venisse emessa alcuna fatturazione.
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