Artena, ristoratore si toglie la vita con un colpo di pistola

Incredulità e sbigottimento per la morte di Massimo Coculo. Alla base del gesto non ci sarebbe alcuna motivazione. Sul caso indaga la polizia

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«Un fulmine a ciel sereno. Siamo esterrefatti. Non riusciamo a spiegarci il perché. Una tragedia che ha scosso la nostra città».  È un sentimento di incredulità e sbigottimento quello dei cittadini di Artena vecchia alla notizia della morte del ristoratore Massimo Coculo.

UN SUICIDIO SENZA UN PERCHÈ – Sono le 19 circa quando viene ritrovato il corpo del 39enne. L’uomo è disteso sul letto della camera del suo appartamento in una pozza di sangue. Da una prima ricostruzione dei fatti Massimo avrebbe preparato tutto nei minimi dettagli. Si sarebbe puntato la pistola alla tempia e fatto fuoco attutendo il colpo con un’asciugamano. Una dinamica e una modalità che conosceva bene per il suo addestramento militare (era un’agente di custodia). Sul caso però la magistratura vuole vederci chiaro. La polizia ha interrogato amici e conoscenti per conoscere le motivazioni che avrebbero spinto l’uomo al suicidio. Al momento non sarebbe emersa alcuna anomalia.

RISTORATORE DI SUCCESSO – Massimo era un’agente di custodia, impiegato del ministero della Giustizia, con un buon addestramento militare, ma era meglio conosciuto come un ristoratore di successo. Recensito dalle migliori guide di gourmet e cucina, aveva ottenuto importanti riconoscimenti. Due le attività gestite.

«Siamo davvero esterrefatti – commenta Augusto Angelini, amico della vittima. Una persona eccezionale, sempre sorridente e altruista che non aveva davvero alcun motivo per togliersi la vita. Ci auguriamo venga fatta luce su questa vicenda».
Massimo Coculo lascia una moglie e un figlio adolescente.

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