Pino Pelosi, detto “Pino la rama”, accusato dell’omicidio di Pier Paolo Pasolini, torna di nuovo alla ribalta della cronaca. Gestore di un bar di Guidonia, per colpire la concorrenza, ha approfittato di un’operazione della Polizia avvenuta nel marzo scorso nella stessa zona per denunciare, in forma anonima, come complici nel traffico di stupefacenti, i gestori di un bar vicino.
IL SOSPETTO – Gli investigatori del commissariato di Guidonia, ricevuta la segnalazione, hanno subito iniziato le indagini per verificare la notizia acquisita. Nel corso di una perquisizione effettuata, effettivamente i poliziotti hanno rinvenuto otto involucri di cocaina nascosti all’interno dei bagni e sotto il bancone. Gli investigatori, però, pur avendo avuto riscontri positivi alla notizia ricevuta, hanno capito che qualcosa non andava. Il quadro generale, infatti, non faceva presumere che i titolari del bar potessero essere i responsabili di un traffico di stupefacenti. Oltre agli 8 involucri, infatti, nel bar non era stato trovato altro.
LA PERQUISIZIONE – Anche nell’abitazione dei sospettati non erano state trovate tracce che facessero presumere un’attività di spaccio: nè droga, nè bilancini di precisione, nessuna sostanza da taglio o materiale per il confezionamento delle dosi. Gli agenti, pertanto, hanno voluto approfondire le indagini. A tal fine hanno visionato i video delle telecamere di sorveglianza poste all’interno del bar fino ad accorgersi di una persona, poi risultata essere un 56enne romano, che dopo aver chiesto un caffè si era diretto verso il bagno e, inchinatosi proprio dove era stata ritrovata la droga, aveva estratto dalle tasche degli involucri che aveva poi celato sotto al bancone, approfittando di un attimo di distrazione della titolare. Le successive indagini hanno permesso di risalire all’intestatario dell’utenza telefonica da cui era stata effettuata la telefonata anonima, che è risultato essere una vecchia conoscenza degli investigatori e proprio la stessa persona ripresa dalle telecamere del bar.
L’ARRESTO – Le ulteriori indagini hanno inoltre fatto emergere i legami e la complicità dell’anonimo denunciante con il titolare di un altro bar della zona, un 35enne romano, da tempo in lite con l’attività commerciale concorrente. Il quadro a questo punto è risultato chiaro. Il tutto era stato architettato per togliere di mezzo un rivale scomodo. Pertanto, le due persone individuate dagli investigatori sono state denunciate per concorso nella detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e calunnia.
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