E’ stata trascinata nel lago e poi è morta per annegamento. Lo dice la nuova perizia depositata mercoledì al tribunale di Civitavecchia. A causare la morte di Federica Mangiapelo, trovata senza vita sulle rive del lago di Bracciano il primo novembre del 2012, non sarebbe stata dunque la miocardite, ma il soffocamento causato dall’acqua del lago.
LA POSIZIONE DEL FIDANZATO – L’inevitabile conseguenza della relazione medica è l’aggravamento della posizione Marco Di Muro, il fidanzato di 25 anni della giovane, fin da subito indagato per omicidio volontario. Lui però, difeso dall’avvocato Cesare Gai, ha sempre sostenuto di aver lasciato Federica in mezzo alla strada dopo averci litigato.
FUNGHI DI ACQUA DOLCE – A complicare la situazione del barista, la rilettura dei problemi cardiaci della giovane: la professoressa Daniela Marchetti, a capo del pool di esperti nominati dal giudice, esclude che a provocare il decesso della ragazza sia stata la miocardite. Secondo il medico, infatti, la ragazza è morta dopo aver bevuto molta acqua del lago: a provarlo sono le diatomee – funghi di acqua dolce – rinvenute in grandi quantità in tutti gli organi del corpo esaminati. E ciò che è emerso ribalta le ricostruzioni iniziali, a cominciare dai segni rinvenuti sul corpo della sedicenne: le abrasioni trovate sulla fronte della ragazza sarebbero state causate da sfregamento, non dalle ore passate riversa con il volto sulla sabbia, dentro l’acqua, prima del rinvenimento del corpo.
GENITORI SCONVOLTI – “I genitori di Federica sono sconvolti dalla piega delle indagini”, ha dichiarato intanto il legale della famiglia, l’avvocato Andrea Rossi. Ma il giallo rimane, perché la perizia non ricostruisce in alcun modo la dinamica dei fatti. I dubbi sono ancora, anche perché Federica era una brava nuotatrice ed è annegata in 30 centimetri d’acqua. Possibile?
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