Una sevizia, scoperta in via 4 Novembre a Grottaferrata da alcuni passanti, che hanno visto un gatto legato con il suo stesso intestino ad un cancello, vivo e agonizzante. Una morte che aveva scosso la comunità locale e le associazioni animaliste nazionali.
L’AUTOPSIA – La gatta è morta a seguito di un’operazione mal eseguita di sterilizzazione. Il veterinario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lazio e Toscana, con sede in Roma, dove i resti della sfortunata gatta erano stati composti, ha infatti ricostruito dettagliatamente le cause della morte dell’animale.
Nella relazione dell’autopsia si legge che la gatta “è deceduta per esiti di esteriorizzazione dell’intestino tramite breccia operatoria a seguito della rottura dei punti di sutura”, aggiungendo che “il personale incaricato per la cattura dell’animale, si è accertato che l’intestino erniato dalla breccia operatoria non era annodato nelle sbarre del cancello, ma avvolto in esse. Tale circostanza fa supporre che l’animale, mentre attraversava le sbarre con l’intestino erniato (che si presentava disidratato ed imbrattato di terra) si sia agganciato ad una di esse e l’animale, nel tentativo di liberarsi, si sia ulteriormente imbrigliato al cancello fino alla rottura dell’intestino digiuno.”
Il Medico Veterinario inoltre soggiunge che “non è da escludere la causa umana per la gestione post operatoria dell’animale non consona ad interventi di laparotomia in cui l’animale è stato reimmesso nel territorio senza aver effettuato la degenza in maniera idonea e sorvegliata”.
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