La tragedia di Fonte Nuova. Luana: «Me li hanno massacrati». La comunità romena si difende

Per la procura si tratta di omicidio colposo. Distrutta la moglie. La comunità romena si difende. Ecco la ricostruzione dei fatti

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Padre e figlio travolti e uccisi da un’auto mentre in scooter tornavano a casa, dopo aver visto allo stadio Olimpico la partita Roma-Bayern: il conducente dell’auto e’ stato indagato per omicidio colposo. Stefano De Amicis e il figlio Cristian, che il primo novembre avrebbe compiuto 8 anni, uniti anche da una grande passione per la Roma, erano andati insieme allo stadio per la partita di Champions, dove l’uomo, 38 anni, aveva fatto lo steward.

LA DISPERAZIONE DI LUANA – È una donna distrutta Luana Sambenedetto, 31 anni, che aveva conosciuto il suo Stefano sui banchi di scuola a Fonte Nuova. Ma la gente ha dimostrato una grande solidarietà e vicinanza in queste ore. In tanti hanno affollato la concessionaria di auto in via di Monte Gentile nella frazione di Tor Lupara, l’attività gestita dalla coppia.
«Sto vivendo un incubo, ditemi che è solo un incubo» – ha dichiaratoi alle agenzie. Il pensiero va all’altra figlia, la piccolina di tre anni che non riabbraccerà più il fratellino e il suo papà.

LA SOLIDARIETÀ DELLA COMUNITÀ ROMENA – Diversi i messaggi di accusa in queste ore alla comunità romena. Ufficialmente il conducente dell’Opel che ha investito Stefano e Cristian è indagato per omicidio colposo. Nessun tasso alcolemico nel sangue. Smentite anche le voci su presunti precedenti penali con riferimento alla prostituzione.  Anche la comunità romena ha voluto esprimere vicinanza alla famiglia con alcune precisazioni. “La comunità romena di Fonte Nuova, appresa la notizia di quanto avvenuto nella tarda serata di martedì 21 ottobre, si rammarica per la tragica perdita di Stefano e Cristian. E si rende disponibile per qualsiasi necessità della famiglia, si impegna con la preghiera fervida per le persone decedute. Nello stesso tempo desideriamo fare una distinzione tra individui e comunità. La responsabilità eventuale di un singolo individuo, non può essere ricondotta a un’intera comunità. Teniamo a sottolineare che la “famiglia” romena è ben inserita nel tessuto sociale di Fonte Nuova, e che, come tutti, ha dei diritti, ma risponde ed assolve anche a dei doveri, che sono gli stessi per tutti. Viviamo la città di cui siamo e di cui ci sentiamo cittadini, paghiamo le tasse e i nostri bambini frequentano le scuole del territorio; speriamo, che la nostra testimonianza di buona convivenza sia un esempio e un modello per un futuro migliore”.

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