Si riaprono le porte del tribunale per lo stupratore di Velletri. La Corte di Cassazione ha infatti accolto il ricorso di Maher Djebali, 26 anni, tunisino annullando così l’ordinanza con cui il 23 settembre scorso la Corte d’Appello di Roma aveva negato all’imputato un giudizio di secondo grado.
IL PROCESSO – Gli giudici avevano rigettato l’istanza per un vizio di forma (aveva depositato il ricorso oltre il tempo massimo). Per la Suprema Corte però anche se solo per un giorno, l’impugnazione è regolare. Così sarà nuovo processo. Djebali chiede uno sconto sui 15 anni di reclusione incassati in primo grado a Velletri, il 3 marzo dell’anno scorso.
STORIA DI UNA PSICOSI COLLETTIVA – La prova del DNA inchioda definitivamente Maher Djebali. E’ lui il responsabile dei due stupri che fra febbraio e marzo hanno terrorizzato tutta la vasta area della provincia. Incensurato, è sposato con un’italiana e vive nella cittadina dei Castelli Romani da molti anni. Il 2 febbraio compie la prima aggressione nel parcheggio di un supermercato. Minacciando una donna con un coltello, sale in auto con lui e la costringe a guidare fino ad un luogo in aperta campgna. Qui la donna viene violentata e rapinata delle fede nuziale e di poche decine di euro, la piccola somma che una persona può portare con sé. Poi si fa ricondurre a Velletri e si fa lasciare nella zona del cimitero.
Il 10 febbraio la seconda aggressione, sempre in un parcheggio. Una studentessa di 19 anni si trova nella sua auto in una centralissima piazza della città. Lo stupratore sale a bordo, la prende a pugni, si impossessa delle chiavi, guida fino ad un luogo isolato e stupra la ragazza.
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