Droga, estorsioni e minacce: bloccato nuovo clan tra Acilia e Guidonia

I Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere

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I Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 9 soggetti per i reati di estorsione, illecita concorrenza con minaccia e violenza, nonché traffico internazionale di sostanze stupefacenti, aggravati dalle modalità mafiose.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica e condotte da G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria della Capitale, hanno preso avvio dagli accertamenti svolti nei confronti del noto clan Guarnera di Roma-Acilia che, nell’ottobre 2013, hanno portato all’arresto dei medesimi.
In quel contesto investigativo veniva accertato come i germani Guarnera, Sandro e Sergio – dissociatisi dal boss Mario Iovine “Rififì” appartenente al “Clan dei Casalesi, gruppo Iovine”: avessero promosso ed organizzato, in Acilia (RM), un autonomo clan mafioso che si era affiliato con importanti esponenti della locale criminalità albanese, da utilizzare quale “braccio armato e violento” per rendere più concrete ed efficaci le intimidazioni e ottenere il controllo del mercato capitolino delle slot-machine; potendo contare sulle datate relazioni con soggetti appartenenti alla disciolta Banda della Magliana avessero stabilito rapporti di coabitazione con esponenti del clan Fasciani di Ostia, allo scopo di operare indisturbati nel comprensorio di Acilia – spesso in maniera violenta e con vincolo di esclusività – nel remunerativo settore delle “macchinette mangiasoldi”, che venivano imposte agli esercizi commerciali abilitati ed autorizzati dall’ANMS.

Per quanto di più stretto interesse rispetto all’attività odierna, è stato rilevato come – una volta ottenuto il controllo economico del territorio di competenza (Acilia e luoghi limitrofi) – le mire espansionistiche del clan siano state rivolte verso Guidonia Montecelio (RM), in ciò avvalendosi anche dell’apporto e delle facilitazioni offerte da un giovane imprenditore romano D.D.G. che, scientemente, decideva di avvalersi delle “capacità di persuasione” del clan per imporsi nel mercato legale.

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