Il giorno dopo il maltempo la provincia di Roma e quella di Frosinone fanno la conta dei danni. Nel frusinate c’è stato un morto, diverse le persone soccorse e le chiamate ai vigili del fuoco per richiedere interventi.
COLLEFERRO/VALMONTONE – A Colleferro alcune zone si sono allagate e le forze dell’ordine sono dovute intervenire per prestare soccorso. In particolare a quanto riferiscono alcuni testimoni, i carabinieri avrebbero aiutato due anziani rimasti bloccati dal maltempo. Auto impantanate in una mare di acqua. A Valmontone diverse strade allagate, pericoloso il sottopasso, ma per fortuna a parte i danni materiali nessuna persona è rimasta ferita.
TIVOLI – A Tivoli i danni maggiori si sono registrati per l’esondazione dell’Aniene. Chiamate infinite ai vigili del fuoco, gente sul tetto di un capannone che si stava allagando, garage e cantine con ingenti danni, piene di fango e acqua.
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FRUSINATE – In alcune zone del Frusinate si è registrato il peggio. Un’autista dell’Atac, originario di Fiuggi, è morto mentre con la sua macchina si trovava in zona Sant’Agata a Paliano. Era in macchina con altre due persone quando la sua vettura è stata risucchiata da una voragine. Per l’uomo purtroppo non c’è stato nulla da fare ed è morto. Salve le altre due persone che erano con lui.
DANNI – Dall’Abruzzo al Lazio fino alla Campania le aziende agricole sono finite sott’acqua per effetto delle precipitazioni che hanno fatto tracimare i fiumi provocando allagamenti a macchia di leopardo dei campi coltivati con milioni di euro di danni. È quanto emerge da un primo monitoraggio della Coldiretti che segnala la necessità di verificare le condizioni per la dichiarazione dello stato di calamità nelle zone più colpite. Campi allagati, verdure distrutte e semine perdute, ma anche – sottolinea la Coldiretti – frane e smottamenti che ostacolano la viabilità interna.
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LAZIO – Campagne sott’acqua anche nel Lazio dove nel frusinate sono andate perse le semine appena effettuate e le coltivazioni orticole. In Italia l’82% dei comuni ha parte del territorio a rischio idrogeologico, ma la percentuale sale nei territorio colpiti dal maltempo dal 98% al 96% dell’Abruzzo fino al 92 per cento nel Lazio. A questa situazione non è estraneo il fatto che negli ultimi dieci anni sono stati sottratti all’attività agricola 690mila ettari da destinare alla cementificazione o per l’abbandono soprattutto nelle aree interne con un impatto drammatico sull’assetto idrogeologico del territorio.
Si tratta – sottolinea la Coldiretti – di un territorio vasto come quasi come un milione di campi da calcio abbandonato o occupato dal cemento che non riesce ad assorbire la violenta caduta dell’acqua provocata dai cambiamenti climatici. Anche per questo oggi più di otto comuni italiani su dieci (82 per cento) hanno parte del territorio a rischio frane e alluvioni con quasi 8,6 milioni di cittadini che – conclude la Coldiretti – vivono o lavorano in aree considerate ad alto rischio idrogeologico.
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