Ciampino, chiusi tre car wash: scarichi non autorizzati

Blitz della polizia, riscontrate attività illegali

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Il Comando di Polizia Locale di Ciampino ha contestato diverse violazioni di natura amministrativa e penale nei confronti di tre autolavaggi a mano siti nel territorio comunale, nel corso di un’operazione di controllo denominata “car wash“, e ne ha determinato la chiusura delle attività.

L’attività, iniziata nelle scorse settimane, ha visto gli agenti impegnati nella verifica degli scarichi delle acque prodotte dalle attività di autolavaggio a mano, nonché delle sostanze utilizzate per il lavaggio delle auto.

CONTROLLI – I controlli hanno permesso di accertare che in due attività – entrambe gestite da titolari di nazionalità straniera ed aperti di recente – gli scarichi non erano autorizzati; in uno dei due si è inoltre proceduto al sequestro amministravo dei prodotti utilizzati per il lavaggio, risultati di provenienza non dimostrabile. In un terzo caso è stato accertato uno scarico delle acque non conforme, nonostante che il titolare avesse dichiarato l’esercizio di un’attività sicuramente non rispondente rispetto a quanto accertato dagli agenti operanti. L’attività di controllo, ancora in essere, proseguirà con la completa verifica volta sia alla ricostruzione del ciclo dello sversamento delle acque, in modo da accertare eventuali inquinamenti della rete fognaria comunale, sia con la verifica dei prodotti utilizzati per il lavaggio delle carrozzerie e delle tappezzerie.

I RISCHI – Le attività di autolavaggio hanno un potenziale forte impatto ambientale, in quanto nel corso del processo produttivo utilizzano notevoli quantitativi di acqua, che qualora contaminata da sostanze o materiali pericolosi potrebbe determinare danni significativi all’ambiente e alla salute umana. Per la pulizia e lo sgrassaggio dei tessuti e dei metalli vengono, infatti, utilizzate notevoli quantità di detergenti e solventi, i quali contengono come principio attivo sostanze chimiche dotate di elevate capacità solventi, come il tricloroetilene e il percloroetilene, entrambe appartenenti al gruppo dei solventi clorulati, tra i più diffusi inquinanti delle falde acquifere situate in corrispondenza di aree urbane e produttive. Le acque reflue prodotte devono, pertanto, essere smaltite rispettando precise modalità su preventiva autorizzazione, denominata AUA (autorizzazione unica ambientale) che viene rilasciata dal SUAP.

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