Una società incaricata di bonificare il terreno contaminato attorno alla centrale nucleare di Fukushima in Giappone e’ accusata di aver falsamente riprodotto una foresta di bambu’ per ottenere compensi piu’ elevati. I fatti risalgono all’indomani del triplice disastro del 2011. Tra le compagnie selezionate per decontaminare i boschi compromessi dalle radiazioni erano state stabilite parcelle equivalenti a 500 yen (4 euro) per metro quadro all’interno della foresta. Nelle aree della selva in cui erano concentrati gli alberi di bambu’ di un certo diametro l’indennizzo era 10 volte piu’ elevato, pari a 4.600 yen. A differenza della bonifica ‘tradizionale’ del bosco, infatti, dove le imprese si limitavano a raccogliere le foglie, le foreste di bambu’ richiedevano il taglio delle canne. Le autorita’ comunali di Fukushima – avvertite di una possibile frode in corso d’opera – hanno scoperto che la societa’ aveva impiantato nel terreno finti cilindri di bambu’ per l’evidenza fotografica, su una superficie di almeno 2.500 metri quadri. Secondo i calcoli del comune la somma corrisposta erroneamente ammonta a circa 10 milioni di yen (l’equivalente di 81 mila euro).