Ardea, morti e distruzione. Lo scandalo del mercato nero della sabbia

Sequestri nel comune. Dietro il traffico illecito potrebbero nascondersi i crolli dell'Aquila e il ritrovamento sospetto di cadaveri

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Un quantitativo di sabbia di mare equivalente a quanto possono contenere circa 20 autotreni: questo il frutto del sequestro giudiziario effettuato oggi ad Ardea a seguito della denuncia del consigliere comunale Luca Fanco. Il provvedimento ha interessato anche il terreno demaniale gravato di uso civico dove era stata scaricata la sabbia, della quale non si conosce l’eventuale destinazione e intenzione di utilizzo. L’operazione è stata eseguita dagli uomini del Comando Capitaneria di Porto Torvaianica, guidati dal M.llo Giuseppe Falato e dagli agenti del Comando di Polizia Locale diretti dal colonnello Giuseppe Sciaudone, su indicazione della Procura della Repubblica di Velletri per trafugamento di sabbia di mare.

LE INDAGINI – Nella denuncia che ha fatto scattare le indagini, Fanco chiedeva l’intervento con richiesta di verifiche e controlli  sulla provenienza della sabbia – se da lavori eseguiti da ditte incaricate dal Comune – e della destinazione della stessa. “Le probabili destinazioni ipotizzate sono infatti due – ha dichiarato il consigliere Luca Fanco alla notizia del sequestro – La prima è quella riconducibile al mercato nero dei maneggi di cavalli, che la usano come sottofondo soffice per attutire eventuali traumi alle zampe degli equini, la seconda è quella riconducibile ad un altro mercato nero, assai più grave, con effetti catastrofici: quello del calcestruzzo. Infatti nei recenti disastrosi crolli degli edifici dell’Aquila, la Procura della Repubblica ha accertato che in molti casi la causa era  proprio quella del calcestruzzo di cattiva qualità, con risparmi milionari dei costruttori irresponsabili che impiegavano nelle costruzioni la gratuita ed illecita sabbia di mare (ricca di sale e quindi capace di fare ossidare il ferro del cemento anzitempo) e non con quella lecita di acqua dolce o di montagna, che – rispetto a quella di mare – ha costi esorbitanti, circa cinquanta euro ogni metro cubo”.

LO SCANDALO – Nella denuncia Fanco aveva chiesto anche di verificare se l’occupante del terreno fosse lo stessa persona coinvolta nello scandalo cimitero di Ardea del 2007. “Ricordo – ha concluso Fanco – che il 24 ottobre 2007 sono state arrestate 7 persone a causa di macabri ritrovamenti: i 2 titolari dell’impresa di pompe funebri, il guardiano, 3 operai e il titolare (anch’egli occupante di un lotto demaniale gravato di uso civico?) di un terreno con l’accusa di vilipendio, occultamento e distruzione di cadavere, oltre che di scarico abusivo di materiale. Ho anche chiesto di verificare se ci siano interessi, collegamenti e/o coperture di varia natura e titolo tra il responsabili della ditta ed un consigliere comunale di Ardea”.

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