Assaltarono un distributore di benzina di Ladispoli ma il gestore Mario Cuomo oppose resistenza e lo freddarono con diversi colpi di pistola calibro 9. Una brutale azione criminale per la quale il pubblico ministero, al termine di una lunga requisitoria presso la Corte D’assise della Capitale, ha chiesto che i killer vengano condannati alla pena dell’ergastolo.
I FATTI – Il titolare Mario Cuomo, 62 anni, è morto in ospedale dopo essere stato centrato dai colpi di pistola esplosi da due malviventi arrivati in sella a una moto e con il volto coperto da caschi. Gli imputati nel processo sono i due esecutori materiali del delitto (il 62enne Alessandro De Angelis e il 61enne Gian Paolo Contini) a cui si aggiunge il 44enne Amerigo Raschielli, considerato colui che ha curato la logistica dell’azione. I reati ipotizzati sono: rapina, omicidio, tentato omicidio, ricettazione e detenzione abusiva di armi. Oltre a loro vi era una quarta persona, Fiorani Michelangelo, defunta durante le indagini.
LA RICOSTRUZIONE – Una strana coincidenza del caso, anche il giorno del suo compleanno. All’incirca alle ore 14 due uomini “muniti di caschi integrali”, raggiunsero il benzinaio che era in compagnia del fratello. «Dateci i soldi», avrebbero gridato agitando le armi in aria. Ma i fratelli Cuomo opposero un rifiuto deciso, forse troppo deciso, che scatenò la reazione degli assalitori. «Sparagli!» avrebbe gridato uno dei due criminali. Nella concitazione partirono diversi colpi: uno raggiunse Mario Cuomo alla testa causandone la morte, mentre un altro colpo avrebbe raggiunto la spina dorsale del fratello. L’incasso era di appena 1200 euro. Quindi la fuga, mentre il figlio di Mario Cuomo, sopraggiunto sulla scena del delitto, tentava inutilmente di prestare soccorso al padre.
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