Nelle prime ore della mattinata di oggi, mercoledì 29 luglio, i finanzieri del comando provinciale di Roma hanno posto sotto sequestro il Porto Turistico di Roma, a Ostia, e arrestato quattro componenti di un’associazione criminale facente capo, stando a quanto comunicato dalla guardia di finanza, “a Mauro Balini, noto imprenditore operante nel settore turistico ed immobiliare, nonché presidente del Porto Turistico di Roma”. Tra i beni sottoposti a sequestro ci sono posti barca, parcheggi, strutture amministrative, commerciali e aree portuali, all’interno del Porto, del valore commerciale complessivo di oltre 400 milioni di euro. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa che è tenuta nella sede del Nucleo di Polizia Tributaria Roma, in presenza del procuratore aggiunto Nello Rossi, del comandante provinciale della guardia di finanza, Giuseppe Magliocco e del comandante del nucleo p.t., Cosimo Di Gesù.
GLI ARRESTI – Secondo quanto reso pubblico in conferenza stampa dai finanzieri, agli arresti sono finiti “Mauro Balini, noto imprenditore operante nel settore turistico ed immobiliare, e presidente del Porto Turistico di Roma, a Ostia Lido, Massimo Amicucci, Edoardo Sodano e Sergio Capograssi, avvocato con studio nella Capitale”.
LE ACCUSE – I quattro arrestati sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, riciclaggio, impiego di denaro, beni e utilità di provenienza illecita, trasferimento fraudolento di valori. Altre nove persone sono state denunciate a piede libero. Numerose le perquisizioni presso i domicili delle persone coinvolte, le sedi di diverse società e gli studi professionali di due avvocati e di un commercialista.
I BENI SEQUESTRATI – Nell’operazione, eseguita dalle fiamme gialle del nucleo di polizia tributaria di Roma sotto la direzione della Procura della Repubblica della Capitale, sono stati sequestrati beni mobili e immobili, quote societarie e conti correnti bancari ed il diritto di superficie su oltre 1300 beni demaniali, siti all’interno del porto turistico di Ostia (posti barca, parcheggi, strutture amministrative, commerciali e aree portuali) nonché, per alcuni di essi, il relativo diritto di utilizzo. Il valore commerciale di tutti i beni sottoposti a sequestro è stimato in oltre 400 milioni di euro.
LE INDAGINI – Avviate nel 2012 per una ipotesi di bancarotta, le indagini hanno consentito di accertare come i quattro complici avessero scientemente portato al fallimento la A.T.I. S.p.a., società che aveva curato la realizzazione del Porto Turistico di Roma e che, sino al 2008, era concessionaria dell’infrastruttura, appartenente, peraltro, ad un gruppo di imprese riconducibili (direttamente e/o indirettamente) alla figura dello stesso Mauro Balini. Proprio quest’ultimo, con la complicità di fidati collaboratori e professionisti e grazie a “prestanomi” e “società schermo”, “aveva realizzato – secondo i finanzieri – un complesso schema societario volto a distrarre fraudolentemente ingenti risorse, patrimoniali e finanziarie, in pregiudizio della fallita A.T.I. S.p.a., dei creditori e dell’Erario, per un passivo finale di oltre 155 milioni di euro”. A Balini è stato, inoltre, contestato il reato di trasferimento fraudolento di valori, per aver intestato a società apparentemente terze, il prestigioso attico sul litorale ostiense in cui vive, anch’esso sottratto fraudolentemente alla A.T.I., e un lussuoso catamarano, nella sua esclusiva disponibilità, acquistato, in larga parte, con risorse sottratte alla fallita mediante il descritto sistema di frode.
LA RICOSTRUZIONE DEL “DISEGNO CRIMINALE” – Il “disegno criminale” era nato nel 2005, quando Balini si precostituì un ingente credito nei confronti della A.T.I. S.p.a. per oltre 28 milioni di euro, simulando, tra l’altro, l’accollo – meramente contabile – di un debito in capo alla fallita originato dalla ricezione di false fatture emesse da società riconducibili a suoi fedeli sodali.
Giustificando le operazioni come “restituzione finanziamento soci”, Balini aveva, quindi, potuto prelevare ingenti somme dalle casse aziendali nonché distrarre beni immobili dal patrimonio sociale in favore di altre imprese a lui riconducibili.
Nel 2008, in perfetta sintonia con il piano criminale in atto, la Porto Turistico di Roma S.r.l. – interamente posseduta da Balini – aveva ottenuto, dalla A.T.I. S.p.a., la voltura della concessione sull’intera infrastruttura portuale, ed era, così, subentrata nella possibilità di realizzare l’ampliamento del porto, poi autorizzato nell’agosto 2013, incassandone i conseguenti ingenti profitti.
LA STRUTTURA DEL PORTO – La struttura attuale si sviluppa su una superficie di circa 22 ettari e dispone di 840 posti barca per lunghezze comprese fra gli 8 e i 60 metri. L’ampliamento del porto ne aumenterà la capienza sino a 1419 posti barca, mettendo a disposizione dei natanti circa 611 nuovi punti di ormeggio per imbarcazioni da diporto lunghe tra i 12 ed i 70 metri.
Per avere una percezione delle dimensioni degli illeciti posti in essere e del danno economico cagionato alla A.T.I. S.p.a., si evidenzia che la Porto Turistico di Roma S.r.l. ha stimato in circa 200 milioni di euro il valore commerciale della concessione relativa all’ampliamento del porto ed in circa 220 milioni di euro il valore commerciale della concessione relativa ai diritti di superficie e utilizzo dei beni demaniali sottoposti a sequestro.
[form_mailup5q lista=”ostia”]