Un’operazione congiunta del personale della Squadra Mobile di Roma e del Commissariato di “Anzio Nettuno”, condotta nella zona di Ardea, ha portato all’arresto di due cittadini stranieri: un albanese di 27 anni e un marocchino di 29 anni, sorpresi nell’atto di effettuare la compravendita di una partita di droga di circa 32 kg.
LO SCAMBIO – Lo scambio della merce era stato organizzato alla luce del giorno nell’area residenziale nei pressi del litorale ardeatino, nel tentativo di confondere le operazioni di carico e scarico fra due autovetture per la cessione dello stupefacente fra il viavai degli ignari villeggianti.
All’insaputa degli spacciatori, l’incontro è stato però monitorato dagli investigatori della Polizia di Stato che, da tempo, tenevano d’occhio in quella zona una villetta in uso ad un gruppo di albanesi dove era stato osservato un sospetto andirivieni di persone.
IL BLITZ – Dopo lo scambio è scattato il blitz che ha consentito di bloccare i due malviventi nonostante la strenua resistenza posta da uno dei due. Il cittadino marocchino, infatti, vistosi circondato dalle autovetture della Polizia, ha ingaggiato dapprima una violenta colluttazione con uno dei poliziotti, procurandogli una frattura alla spalla, e successivamente ha speronato un altro veicolo di servizio nel tentativo di darsi alla fuga, provocando il ferimento di due agenti. Infine, si è inoltrato a piedi in un campo dove è stato però raggiunto ed arrestato.
La concitazione di quei momenti ha permesso al complice albanese di allontanarsi a bordo della propria autovettura. Personale della Squadra Mobile è riuscito però a seguirlo discretamente fino all’abitato di Fiano Romano dove, una volta sceso dal veicolo, è stato bloccato in sicurezza e tratto in arresto.
Nella villetta monitorata è stato rinvenuto e sequestrato altro stupefacente per un totale complessivo di circa mezzo quintale. Inoltre, sono stati rinvenuti anche 30 grammi di cocaina.
LA DROGA – La marijuana era confezionata in decine di pacchi sigillati col cellophane per garantirne l’impermeabilità. La provenienza dello stupefacente dall’area balcanica, lungo la florida rotta via mare Albania – Italia, sembra emergere dalle abbondanti tracce di olio ancora presenti su molti imballi. Uno dei metodi più utilizzati dai contrabbandieri albanesi, infatti, è quello di immergere lo stupefacente in olio ad uso alimentare o industriale, per eludere i controlli doganali.
L’ingente quantitativo sequestrato lascia intendere il coinvolgimento di un’organizzazione criminale di livello internazionale, sulla quale sono in corso approfondimenti investigativi.
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