CRONACA DI NETTUNO
Nella ricostruzione dei fatti la vittima ha riferito di aver avuto una relazione con una donna sposata, con la quale ha convissuto per un breve periodo, e nel corso del quale ha acquistato una autovettura cointestandola ad entrambi.
La convivenza tra i due è durata solo alcuni mesi.
Poco tempo dopo la fine della relazione, l’ex marito della donna si è rivolto al parrucchiere pretendendo del denaro. Sostenendo che, durante la convivenza avuta con l’ex moglie, aveva speso i soldi della sua famiglia. Con varie minacce ed intimidazioni, ha costretto il malcapitato a sborsargli la somma di 15.000 euro e a cedere totalmente la proprietà dell’autovettura alla donna.
La storia sembrava essere finita lì, ma poco tempo dopo, l’uomo, insieme ad altri due complici, si è presentato presso il suo negozio a Nettuno e, dopo averlo malmenato e minacciato con un coltello, lo hanno rapinato di due collanine d’oro. Per aggravare la minaccia, uno dei malviventi ha anche mostrato al malcapitato la foto di un suo familiare, spiegando che ci sarebbero state gravi ripercussioni verso i suoi cari. Nella circostanza uno degli estorsori si è anche spacciato come appartenente alle forze dell’ordine.
IL CONTROLLO
Gli agenti del Commissariato di Anzio/Nettuno, diretti dal dr. Antongiulio Cassandra, anzitutto hanno deciso di effettuare un servizio di osservazione sotto la casa della famiglia minacciata. Inoltre, avvalendosi dell’ausilio delle moderne tecnologie, si sono appostati nel luogo fissato dai malviventi per l’appuntamento, al quale, il parrucchiere, avrebbe dovuto presentarsi portando altri soldi per riavere gli oggetti rapinarti al negozio.
All’incontro si è presentato B.S., 47enne già noto alle forze di polizia, e dopo aver contattato il ragazzo, si è fatto seguire in un bar del centro di Nettuno, dove è avvenuto lo scambio. Gli agenti, che osservavano la scena travestiti da commessi ed operai, sono intervenuti e lo hanno bloccato.
L’uomo è stato arrestato con l’accusa di estorsione e per lui si sono aperte le porte del carcere.
Per i suoi complici, ivi compresa la donna che, come accertato durante le indagini, ha avuto un ruolo chiave nell’estorsione, il GIP del Tribunale di Velletri ha applicato la misura cautelare degli arresti domiciliari.