Fiumicino, associazioni contro la “deportazione” di cani e gatti in Campania

6 Orme, Amici di Fido, Noi&Loro e A.D.A. Spiegano le motivazioni alla base della loro opposizione al provvedimento comunale

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Le associazioni di volontariato 6 Orme, Amici di Fido, Noi&Loro, A.D.A. che operano a Villa Grande (Canile comunale di Fiumicino) sono assolutamente contrarie alla “deportazione” dei cani fuori ai confini del Lazio. Dichiarano infatti: «Il canile campano, il Dog Town di Caserta, ha vinto la gara pubblica d’appalto con un’offerta al ribasso, 3,60 euro al giorno a ogni cane, 2,90 ad ogni gatto, per cibo, alloggio, cure sanitarie, che non potrà mai garantire agli animali lo stesso standard di benessere che offriamo noi. Da noi sono accuditi, coccolati, seguiti da educatori e godono di un’ottima assistenza veterinaria. Non accetteremo che siano trasferiti dove si offre un prezzo non congruo, comprensivo tra l’altro del trasporto dal canile di Muratella». Nel canile casertano attualmente vi sono circa 600 cani.

ADDIO ALLE ADOZIONI

«Le possibilità di adozione diminuirebbero drasticamente – proseguono -, le spese aumenterebbero per il prolungarsi della permanenza degli animali nella struttura e si perderebbero anche i vantaggi economici della scelta». Per le associazioni i numeri parlano chiaro: solo nel 2015 i cani e gatti di Villa Grande rinvenuti a Fiumicino e fatti adottare sono stati oltre 80, con un turn over del 100%. «Per di più – aggiungono – ci sarebbe una discrepanza con i provvedimenti adottati dal Comune per facilitare i cittadini nell’adozione dei cani ospiti del canile: sconto sulla Tari e il contributo economico a chi adotti un cane di oltre 5 anni. Senza dimenticare poi le difficoltà di ricongiungimento con il padrone e lo stress che l’animale subirebbe per lo spostamento».

LO STRESS DA TRASPORTO

Tra i problemi ci sarebbe infatti anche lo stress del viaggio: più della metà dei cani e gatti destinati al trasferimento sono anziani e malati. Per questo, dopo la comunicazione dell’assegnazione, in via provvisoria, alla ditta casertana il canile di Roma pensa di ricorrere al Tar: «Il bando – spiegano le associazioni – non è coerente con la legge della Regione Lazio 43 del 2010, per la quale i Comuni in sede di bando di gara o di convenzione e valutazione delle offerte economiche devono prevedere la prelazione a favore delle strutture che comportino minimi spostamenti degli animali, preferendo se possibile strutture sul proprio territorio provinciale o regionale per limitare al massimo lo stress da trasporto agli animali. Il punteggio relativo allo stress degli animali di cui parla il sindaco Montino (marito della Cirinnà) non esiste nel bando e tenteremo tutte le vie legali per opporci al trasferimento e difendere i diritti degli animali».

LA RISPOSTA DI MONTINO

Per rispondere alla petizione on line lanciata dai volontari (ad oggi 3 mila firme), il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, solo qualche giorno fa aveva chiarito che il bando prevede una serie di punteggi relativi allo stress degli animali e alla possibilità di supervisione da parte degli operatori e che c’è un aggiudicatario che ha ottenuto il punteggio maggiore ma non si è giunti all’atto conclusivo del procedimento. Prima della stipula del contratto l’ufficio interessato dovrà controllare la veridicità di quanto affermato nel procedimento, la qualità delle strutture e i requisiti richiesti, consentendo a chi ne avesse interesse di presentare eventuali ricorsi.«Il Comune di Fiumicino è e sarà sempre dalla parte di chi difende i diritti degli animali» afferma.

LA RICHIESTA DI DI CLEMENTE

Sulla vicenda si è espresso anche il dott. Benedetto Di Clemente, gestore del canile Valle Grande, raccontando come, la scorsa estate, il Comune di Fiumicino avesse indetto il bando per l’affidamento del servizio, custodia ad vitae e assistenza veterinaria di cani e gatti catturati sul proprio territorio comunale. Bando vinto dalla Dog Tow di Caserta grazie a un’offerta economica molto vantaggiosa. Per Di Clemente è assurdo che un cane rinvenuto a Fiumicino venga portato a Caserta, con tutti gli stress che il viaggio comporterebbe. Anche fosse una struttura a 5 stelle, andrebbe a finire in un canile posto in un territorio regionale dove il livello del randagismo ed i cani presenti nei canili, sono entrambi alti e sicuramente ciò non ne favorirà l’adozione.
Così il gestore del canile Valle Grande si è rivolto al Comune di Fiumicino e alla Asl/Rmd, chiedendo di agire in autotutela e di verificare che nel bando siano state rispettate tutte le norme che garantiscano il benessere animale. Il ricorso all’autotutela non danneggerebbe nessuno e consentirebbe di fare un nuovo bando che garantisca al massimo il benessere animale nel rispetto delle direttive regionali. Viene evidenziato, infatti, che il bando di gara non appare coerente con la deliberazione n. 43 del 29 gennaio 2010 della giunta regionale del Lazio avente ad oggetto “Direttiva per il coordinamento delle funzioni amministrative e sanitarie in materia di animali d’affezione e di prevenzione del randagismo”, peraltro recepita dal Comune di Fiumicino, nella parte in cui non prevede alcun riferimento, nell’individuazione della struttura da destinarsi a canile rifugio, all’ubicazione della struttura. Come noto, invece, le strutture destinate ad ospitare i cani devono essere ubicate preferibilmente nel territorio provinciale o regionale, al fine limitare al massimo lo stress da trasporto agli animali. Inoltre, con riguardo alla disciplina dei contratti d’affidamento da parte degli Enti locali del servizio di ricovero mantenimento e cura dei cani randagi, viene chiarito che “i Comuni, in sede di bando di gara o di convenzione e di valutazione delle offerte economiche devono 
prevedere principi di prelazione a favore delle strutture che: – comportino minimi spostamenti degli animali preferendo ove possibile strutture sul territorio provinciale o regionale; ….omissis”. Appare a Di Clemente che la stazione appaltante, nell’indicare i criteri e sub criteri di valutazione delle offerte, non abbia tenuto in adeguata considerazione il quadro normativo ed i suoi principi ispiratori, e non abbia attribuito la necessaria prelazione in favore di strutture che comportino minimi spostamenti degli animali, si tratta di animali rinvenuti nel Comune di Fiumicino ed attualmente ospitati nel territorio provinciale. È noto che la situazione dei canili del sud Italia sia pubblici che privati è molto critica, tant’è che si chiedono adozioni preferibilmente per il centro e nord Italia, da parte dei volontari che raccolgono in continuazione un numero notevolissimo di cani abbandonati di tutte le taglie, anche moltissimi cani di piccola taglia. Non ha caso, c’è un appello delle volontarie dell’Associazione “Nati Liberi”, sezione di Caserta, che stanno lottando disperatamente e a proprie spese per assicurare un pasto giornaliero ai circa 400 cani del canile della città, letteralmente abbandonati dall’amministrazione comunale. Hanno bisogno di tutto, cibo e principalmente farmaci.

 

Gilda Maria Tucci Camuri

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