Dopo la chiusura causa allagamenti della metro A, la scorsa settimana, stop e disagi questa mattina per la metro B di Roma. Un treno infatti, secondo quanto diffuso dagli altoparlanti, si è fermato, in direzione Laurentina, a causa di un guasto tecnico.
STOP AL SERVIZIO – Il servizio, quindi, intorno alle 9.30 è stato prima rallentato e poi sospeso tra Rebibbia e appunto la stazione di Laurentina. Alcuni sono rimasti in attesa, ma molti passeggeri sono usciti e si sono diretti a prendere un bus.
ROMA – LIDO – Intanto, sempre in ambito di trasporti, è di ieri la notizia che la ferrovia Roma-Lido non si vende. Non se ne parla. Anzi, quella linea ferroviaria potrebbe diventare una metropolitana e se qualcuno sottoporrà alla Regione Lazio un progetto di trasformazione, troverà orecchi attenti ad ascoltare. L’assessore regionale ai Trasporti, Michele Civita, ha chiarito tutti i punti nel corso di una commissione Trasporti congiunta (Regione-Roma Capitale) alla Pisana. «Nessuno – ha detto – pensa di vendere una cosa che non potremmo vendere» perché « la Roma-Lido è di proprietà della Regione e in futuro si può vedere se darla in proprietà a Roma Capitale».
IL NODO – Ma il problema è che la legge che ha trasferito a suo tempo le ferrovie statali alle Regioni dal 2010 non è più finanziata quindi se il Comune dovesse averne la proprietà dovrebbe affrontare i costi di manutenzione ordinaria e straordinaria. Tuttavia, la Roma-Lido potrebbe trasformarsi in una metropolitana, ma è necessario un investimento di oltre 400 milioni. Ed è proprio qui che sta l’eventuale concessione della linea in project financing a chi la rammoderni e la gestisca poi per rifarsi dell’investimento. Ovviamente Civita non ha accennato alla ventilata ipotesi dell’ingresso dei francesi nella operazione di project, ma non ha affatto negato l’eventualità.
L’IPOTESI – «Se viene qualcuno – ha detto l’assessore – che investe risorse proprie, e ci presenta un progetto di trasformazione in metropolitana di questa tratta, possiamo prendere in considerazione l’ipotesi di affidarla in gestione». Ma a tre condizioni: «Garantire i livelli occupazionali; che non ci sia alcuno scambio con metri cubi; un rapporto positivo con Atac, che non solo ha un importante deposito ma anche un importante polo manutentivo». Poi si è schernito affermando: «In vari sono venuti a chiedere informazioni, ma non è arrivato mai un progetto». Per ora almeno, ma chissà, i cugini transalpini sono piuttosto convincenti se vedono il businness.
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