Diritto alla casa, boom di occupazioni a Roma

Questa notte il blitz di Casapound nel palazzo abbandonato di via Val D'Ala. E i movimenti proseguono le mobilitazioni in vista della manifestazione di sabato

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La “fame“ di case infuoca la battaglia per il diritto all’abitare, e viene combattuta in modo bipartisan da fazioni di diverse ideologie. Ieri notte è stata la volta di Casapound, movimento di estrema destra, che ha occupato uno stabile in via Val D’Ala 200, che sarebbe di proprietà privata e da anni lasciato nell’abbandono, dopo essere stato sede di alcuni uffici dell’Enel.Il palazzo era già stato “conquistato“ due anni fa quando i militanti fecero insediare circa 30 famiglie del quartiere in emergenza abitativa, ma l’Amministrazione Alemanno lo fece sgomberare dopo pochi giorni, offrendo agli occupanti una nuova sistemazione. Ora Casapound è tornata all’attacco, forse galvanizzata dalle azioni dell’organizzazione antagonista, i “movimenti per la casa“, che da più di una settimana hanno ripreso a “conquistare“ gli stabili vuoti presenti un po’ ovunque nella capitale.Dopo lo “tsunami“ dello scorso dicembre che provocò un susseguirsi di mobilitazioni in periferia, in questi giorni il coordinamento ha preso di mira soprattutto i palazzi del centro città: uno stabile del Comune in via del Corso e l’ex sede Inpdap in Santa Croce in Gerusalemme. Ieri, invece, è stata occupata una chiesa sconsacrata a Tor Sapienza e alcuni giorni prima uno spazio a Cinecittà, Collatina, Tor Sapienza, Ponte di Nona e Tiburtina.Particolarmente rilevante l’occupazione portata a termine dal Coordinamento di Lotta Per La Casa in favore dei rifugiati provenienti dall’Eritrea, circa 500 persone, ai quali è stato destinato un palazzo in piazza Indipendenza di proprietà di un fondo immobiliare. Insieme a loro, attraverso le mobilitazioni di questi ultimi giorni, hanno trovato un tetto circa 1000 famiglie, ma quello della carenza di case resta a Roma un’emergenza.Secondo i dati forniti dall’Unione Inquilini durante il “No sfratti day“ a Roma ci sono circa 30.000 famiglie in attesa di una casa popolare e sono appena 150 gli alloggi assegnati all’anno. La nuova giunta Marino sta cercando soluzioni, ma per il bonus di 700 euro c’è ancora da attendere.Secondo i movimenti per la casa, questo stallo conferma che la questione va affrontata ormai a livello nazionale: «La manifestazione di sabato – spiega Luca del Coordinamento – è un segnale lanciato direttamente al governo e i nostri obiettivi saranno il ministero delle finanze, delle infrastrutture e la cassa depositi e prestiti verso i quali abbiamo dichiarato da tempo che è giunto il giorno “dell’assedio“».

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