Mentre si attenuano le polemiche sulla tendopoli dei manifestanti attrezzata a Porta Pia (il questore Fulvio Della Rocca l’ha definita “civilissima“), resta aperta la vicenda dei sei arrestati durante il corteo di sabato.
Per loro, tre uomini e tre donne, pende l’accusa di resistenza aggravata, ma il processo per direttissima che si era prospettato, non si è tenuto: il pm Luca Palamara starebbe attendendo dal gip Riccardo Amoroso la convalida e la custodia cautelare.
Domani si svolgeranno gli interrogatori, poi il giudice deciderà. Domani mattina è previsto un presidio di solidarietà sotto il carcere di Regina Coeli. Intanto gli uomini della Digos e dei carabinieri sono al lavoro per cercare di identificare i circa cento manifestanti che hanno aggredito gli uomini della guardia di Finanza davanti al ministero dell’Economia, in via XX Settembre.
La giornata di oggi sarà tutta incentrata sull’esito dell’incontro alle 18 fra i Movimenti per la casa e il ministro alle infrastrutture Maurizio Lupi, cui prenderà parte anche il sindaco di Roma, Ignazio Marino. Solo dopo i manifestanti decideranno se smantellare le tende da Porta Pia. Per le 17 è stato indetto un presidio in cui sono attesi migliaia di partecipanti.
I temi “caldi” in ballo sono il blocco degli sfratti e della vendita del patrimonio pubblico, e l’avvio di un piano di politiche abitative pubbliche, punti sui quali il Coordinamento per il diritto all’abitare, lo ha già annunciato, non accetterà compromessi. E nuove manifestazioni sono già organizzate: le prossime si terranno il 9 e il 10 novembre.