Erano davvero tanti i dipendenti comunali che oggi hanno manifestato in piazza del Campidoglio. Secondo i sindacati, dopo una campagna elettorale incentrata sulla valorizzazione del personale per una migliore offerta dei servizi, la Giunta è venuta meno ai suoi impegni e adesso pretendono risposte sollecite e chiare. Questi i punti essenziali: salvaguardia dei livelli salariali; stabilizzazione di tutto il precariato; Valorizzazione del personale attraverso lo scorrimento delle graduatorie interne, aperte e vigenti; Scelte politiche univoche su sicurezza, servizi sociali, servizi educativi e scolastici, servizi culturali; organizzazione della macchina capitolina, decentramento e corretta gestione delle società partecipate, nell’ambito di un piano di razionalizzazione che possa restituire risorse ai dipendenti.
Il 6 novembre il vicesindaco, con Delega al Personale, Luigi Nieri ha convocato un tavolo di confronto, ma in assenza di risposte concrete i sindacati minacciano di proseguire l’agitazione anche in forme più dure. Il vicesindaco nel corso della giornata ha tentato di stemperare i toni della protesta addossandone la responsabilità alla amministrazione Alemanno cui è «mancata un”attenta politica per il personale».
Ma ad acuire la tensione di questi giorni sono state anche le recenti assunzioni per lo staff del sindaco e quelle esterne previste per la macrostruttura.
«Stiamo lavorando – ha aggiunto Nieri- a un piano di riordino (per) valorizzare il fondamentale contributo dei dipendenti di Roma Capitale. E’ evidente che al centro di questo progetto c’è la salvaguardia di ogni livello occupazionale e retributivo.» Quindi ha confermato con una punta di demagogia, che gli stipendi dei dipendenti comunali «già” troppo bassi a causa di politiche nazionali sbagliate» non verranno toccati. Resta il fatto che una protesta di questo genere da tempo non si verificava a ridosso della approvazione del bilancio che si preannuncia complicata.