Scup, via Nola: fermato lo sfratto con una colazione

L'ufficiale ha trovato una tavolata in cortile. Atto rinviato al 28 novembre

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Comune di roma, spazi, sociali, occupazioni

Hanno fermato lo sfratto con una colazione. Sono gli occupanti di Scup, Sport e cultura popolare, che da mesi hanno ridato vita a uno stabile dismesso in via Nola, zona San Giovanni, per offrire servizi e iniziative al quartiere.

Questa mattina era attesa la “visita” dell’ufficiale giudiziario, assistito dalle forze dell’ordine, per restituire il bene alla proprietà che sarebbe la Unieco. Secondo gli occupanti la società, un colosso della lega delle cooperative “usando un’altra società come scudo, ha comprato a un terzo del suo valore lo stabile di Via Nola. Ora Pare vogliano fare un centro commerciale”.

Ma gli abitanti non ci stanno: vogliono uno spazio per la collettività. E così tentano di resistere alla speculazione. Ma lo sfratto tentato oggi è stato solo rimandato, al 28 novembre. Questa mattina il dipendente delegato allo sgombero ha trovato nel cortile del palazzo tante persone, mamme, bambini e anziani, seduti insieme in una grande tavolata.

Non ha potuto fare altro che prendere atto della situazione e rimandare la procedura, ribadendo ai presenti, però, che il proprietario ha tutte le intenzioni di riprendere possesso del suo stabile.  Gli occupanti si preparano alla “battaglia” e annunciano per la prossima visita un’altra festa popolare in difesa di un bene comune.

Al presidio era presente anche Gianluca Peciola, capogruppo di Sel in Campidoglio che sostiene le attività di Scup: “All’interno non c’è solo una palestra popolare, ma anche una biblioteca, una ludoteca, un orto botanico e sportelli d’ascolto.

Abbiamo presentato – aggiunge Peciola – una mozione in Assemblea Capitolina, che oltre ad esprimere vicinanza e solidarietà, impegna il sindaco e la Giunta all’apertura di un tavolo di trattativa con la proprietà affinché sia scongiurato lo sgombero e  Scup possa continuare a svolgere servizi importanti per la cittadinanza”.

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