Pericolo assedio in tutta la città. È arrivato il 9 dicembre, il giorno del blocco di Roma. Lo avevano annunciato da settimane e oggi sono scattate le proteste. Già da ieri la capitale si preparava all’evento: c’era fermento nell’aria e decine di auto della polizia si piazzavano nei punti nevralgici.
Il pericolo maggiore è il blocco delle strade cittadine e dei principali snodi della circolazione. Le prime azioni sono cominciate questa mattina in piazzale dei Partigiani. Lì si è dato appuntamento il presidio degli organizzatori, il “Movimento del 9 dicembre”, non un movimento politico né di categoria, ma fatto da lavoratori, precari, pensionati, disoccupati che si sentono oltraggiati.
Il nemico da sconfiggere è lo stesso Stato “Che ci ha messo in ginocchio”, spiegano gli organizzatori. La partecipazione è nutrita, ci sono giovani e meno giovani. Le pagine ufficiali create su facebook dai gruppi di coordinamento della protesta su scala nazionale hanno migliaia di fan. L’obiettivo d’intercettare il malcontento generalizzato è stato centrato, meno quello di rendere la protesta libera da qualsiasi connotazione politica.
Il nove dicembre è stato scelto come giorno “simbolo” del cambiamento anche dagli aderenti al Movimento Sociale Europeo che intorno a mezzogiorno hanno fatto un blitz in via Cristoforo Colombo, all’altezza del civico 90, e hanno bloccato il traffico. Per diversi minuti l’arteria è sparita dietro una coltre di fumo rossa: diversi fumogeni sono stati lanciati e altrettanti petardi hanno mandato in tilt gli allarmi delle auto.
Passata la coltre, sono apparsi i militanti, in mezzo alla carreggiata, con uno grande striscione: “Contro il sistema, blocchiamo la città”. Poi hanno bloccato via Tuscolana all’altezza della sede della Banca d’Italia e via dei Mille, zona Termini. E diversi blitz sono previsti per tutta la giornata in diverse parti della città.
Intanto in piazzale dei Partigiani Alessio Provaroni, coordinatore del “Movimento 9 dicembre” precisa: “Chi collabora con noi, lo fa da libero cittadino. Questo è un progetto che viene da circa un anno di lavoro incentrato sul dialogo con forze realmente popolari e “rivoluzionarie” nel senso di superamento delle etichette e pregiudizi di ogni tipo.
Il Movimento dei Forconi e gli autotrasportatori hanno aderito recentemente”. Il presidio andrà avanti fino a venerdì 13 e nei prossimi giorni sarà possibile un incontro fra il presidio romano e i principali presidi nazionali, costantemente in contatto fra loro, per valutare insieme l’eventualità di presentarsi davanti a Montecitorio.
Chiara Maria Sole Bravi
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