Pomezia, i lavoratori del Consorzio universitario contro il sindaco

Dopo aver ricevuto la lettera di licenziamento hanno deciso di partecipare alla massima assise cittadina: «Chiediamo solo di lavorare»

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Dipendenti del Consorzio per l’Università in rivolta, questa mattina a Pomezia. I lavoratori, che nelle scorse settimane hanno ricevuto la lettera di licenziamento conseguente alla decisione da parte dell’amministrazione comunale di sciogliere il Consorzio, hanno deciso di partecipare alla massima assise cittadina per tentare far leva sui consiglieri di maggioranza affinché venga rivisto il provvedimento preso nei loro confronti.

LE RICHIESTE DEI LAVORATORI – «Chiediamo solo di lavorare – hanno gridato contro il sindaco Fabio Fucci i dipendenti che il 30 giugno dovranno lasciare la sede del Consorzio – e il Comune di Pomezia ci ha tolto questa possibilità. Devono sapere tutti di chi è la colpa!». «Vogliamo sapere che progetti ci sono: abbiamo saputo che il servizio di sorveglianza notturno verrà affidato a privati: non sarebbe stato meglio tenere noi? Come faremo a mantenere le nostre famiglie ed i nostri bambini?».

DICHIARAZIONI – Da parte dell’amministrazione non c’è stata alcuna risposta alle domande dei manifestanti, che sono invece stati costretti a lasciare l’aula consiliare, sgomberata per consentire il proseguimento dei lavori all’ordine del giorno. A difesa dei dipendenti licenziati si è espresso Stefano Mengozzi, segretario comunale del PD. «Una scena terribile: i lavoratori del consorzio universitario che protestano in aula ed il sindaco che scappa via, richiamando i consiglieri che si erano fermati a parlare con chi, tra quindici giorni, si ritroverà senza lavoro. Sono stati i consiglieri del M5s, a partire dal loro capogruppo, a votare in aula il licenziamento di questi lavoratori, che dal primo luglio si ritroveranno senza stipendio. Non è una decisione della società ma di ognuno dei quindici consiglieri M5s. Se ne assumano tutta la responsabilità. E se hanno idee contrarie alzino per una volta la testa davanti all’arroganza e all’incapacità di confronto del loro sindaco. Dovrebbero farlo per salvare il lavoro».

LA RSIPOSTA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE – «Sono stato costretto a sgomberare l’aula dopo aver invitato più volte i lavoratori del Consorzio ad avere un comportamento consono al luogo e all’assise – spiega il Presidente del Consiglio comunale Renzo Mercanti – Quello che è successo oggi in Consiglio non me l’aspettavo, anche perché avevo già dichiarato più volte, anche a mezzo stampa, che avrei sospeso i lavori consiliari e sgomberato l’aula in caso di disordini. Il Regolamento vigente è molto chiaro in proposito e all’articolo 71 dà discrezionalità al sottoscritto di adottare lo strumento dello sgombero dell’aula per consentire il normale svolgimento della seduta. Abbiamo proseguito i lavori del Consiglio a porte chiuse snaturando quello che è lo spirito partecipativo dell’Amministrazione comunale. Sono solidale con i lavoratori, ma ribadisco che l’aula consiliare non è il luogo preposto per agire una protesta, bensì lo spazio istituzionale che rappresenta la cittadinanza intera e dove vengono discusse e votate scelte importanti per tutti».

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