«Noi siamo i lavoratori che ogni giorno garantiscono l’acqua ovunque sia necessaria, nelle cucine e nei bagni, nelle piazze e nelle fontane, dove studiamo, dove curiamo le nostre malattie, dove facciamo sport, ed in tanti altri posti. Siamo orgogliosi del nostro lavoro, ma oggi purtroppo non riusciamo a svolgerlo in piena sicurezza».
LA DENUNCIA – «Nei primi giorni di agosto un nostro collega ha perso la vita. Spesso capitano infortuni gravi e la mattina, quando usciamo di casa, non ci sentiamo sicuri. Spesso siamo costretti a lavorare per più di 12 ore di seguito e vorremmo riparare le condutture dell’acqua in sicurezza: con la corrente elettrica ed il metano chiusi. Vogliamo che gli straordinari ci vengano pagati e che gli stipendi siano puntuali, vogliamo uscire dalla precarietà».
IL PRESIDIO – E’ con questo volantino distribuito alla popolazione che hanno spiegato le ragioni del loro sciopero, chiedendo la solidarietà per difendere un bene pubblico essenziale: l’acqua. Sono i circa 500 lavoratori degli appalti idrici Acea che oggi sono tornati in piazza, con un «presidio – si legge in una nota della Fillea Cgil – davanti la sede centrale dell’azienda partecipata del Comune di Roma a Ostiense per chiedere risposte immediate ad una situazione ormai non più tollerabili».
LE PAROLE DEL SENATORIE CERVELLINI – Vicino ai lavoratori è il senatore SEL Massimo Cervellini, vicepresidente della Commissione Lavori pubblici: «Ancora non é stata fatta luce sull’incidente costato la vita a Machow Marcin, – ha scritto in una nota – né é stato dato seguito alla piattaforma a garanzia della sicurezza dei lavoratori presentata dopo la manifestazione dello scorso primo agosto. La crisi non può costituire un alibi: le misure di messa in sicurezza devono essere comunque garantite e rafforzate in un quadro di azioni di sistema e deve essere assicurata la piena e corretta applicazione del contratto di lavoro del settore edile, come chiedono i lavoratori. Su questi temi – ha concluso il senatore – dobbiamo riuscire ad evitare l’arretramento sociale e culturale in cui rischiamo di precipitare: a difesa del diritto alla sicurezza e soprattutto per la sicurezza dei diritti».
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