Test Medicina, dopo il caos protesta davanti al Miur

Centinaia di medici, molti di loro in camice bianco, si sono riuniti questa mattina sotto al ministero dell’Istruzione

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L’annuncio è arrivato nella tarda serata di lunedì da parte dello stesso ministro per l’Istruzione Giannini. La prova per la selezione degli oltre 11mila specializzandi nel settore di medicina (effettuate lo scorso 29 ottobre per l’area medica e il 31 per quella dei servizi clinici) non verrà invalidata. Nonostante il grave errore materiale che ha portato allo scambio delle prove e quindi delle domande (e alle dimissioni del responsabile della società che ha gestito i test), la prova verrà convalidata.

LA PROTESTA – «A questo punto il Miur ammetta tutti i 12mila partecipanti ai test per l’accesso alle scuole di specializzazione». Con questa richiesta, centinaia di medici, molti di loro in camice bianco, si sono riuniti questa mattina sotto al ministero dell’Istruzione per protestare. Il sit-in, hanno spiegato, è stato organizzato contro «il caos generato dal Miur nella gestione delle selezioni alle scuole di specializzazione, dove risulta per stessa ammissione del ministero che ci sia stato un errore nella somministrazione del test».

SOLO DUE DOMANDE INVALIDE – Il ministro stesso ha infatti spiegato come siano solo due le domande non valide ai fini della selezione e che quindi ben 28 su 30 restano valide nonostante lo scambio. I test di selezione dunque non dovranno essere ripetuti e, secondo il ministro Giannini, ci sono i margini per effettuare correttamente le valutazioni apportando semplicemente un diverso metodo di calcolo. Nonostante il dietro front e le rassicurazioni del ministero la frittata sembra però fatta. Anche il ministro Lorenzin ha definito “molto grave” la vicenda e mentre il Codacons annuncia un esposto alla corte dei conti la richiesta che si è levata da studenti e sindacati è una sola: approfittare di questo pasticcio per dar vita a una sanatoria che faccia giustizia di questa vicenda e allarghi la platea di chi può accedere alla specializzazione.

TUONANO GLI STUDENTI – L’Unione degli studenti in particolare ha fatto sentire la sua voce definende la scelta del ministero «un”altra soluzione degna delle beffe del Miur in cui non si conoscono nè quali sono le 28 domande considerate valide nè quali quelle che saranno cancellate». Così per il coordinatore Gianluca Scuccimarra: «Forse il ministero ha confuso l’1 novembre con l’1 aprile e non si rende conto che sta giocando con la vita di 12mila giovani medici. Di fronte a questa ennesima situazione assurda ancor più di prima l’unica soluzione possibile è una sanatoria a suon di finanziamenti per creare nuove borse di specializzazione. Se questo non accadrà ricorreremo a tutti gli strumenti necessari per tutelare i diritti degli aspiranti specializzandi, vie legali comprese».

TROISE – «La decisione del ministro Giannini di considerare valide le prove di selezione per l’accesso alle Scuole di Specializzazione Medica, appena 24 ore dopo la dichiarazione del loro annullamento e la contestuale ri-convocazione dei candidati per il 7 novembre, è un rimedio peggiore del male». Ad affermarlo il Segretario Nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise in un comunicato. «Dopo il bonus maturita” ad elastico (prima sì, poi no ed infine sì con rifacimento delle graduatorie e conseguenti ricorsi legali) – continua la nota – il picconamento del numero chiuso sotto i colpi del Tar, che ha ammesso senza colpo ferire al corso di laurea in Medicina 5000 studenti il cui merito principale è di avere creduto nella giustizia, piuttosto che nella Università, dopo lo scompiglio e le polemiche seguite puntuali alle prove di selezione per l”accesso al corso di formazione in Medicina Generale, il Miur è riuscito a dare la ennesima prova di inadeguatezza e insufficienza organizzativa. E pensa di cavarsela con discutibili aggiustamenti ex post che apriranno la strada ad una valanga di nuovi ricorsi ed a richieste di sanatoria i cui oneri economici ricadrebbero sui cittadini o sui medici in formazione». Per Anaao «non è solo una questione di rispetto per i medici, che pure sono chiamati a tutelare un diritto costituzionale, ma di fallimento di un intero sistema formativo divenuto un buco nero che distrugge tutto ciò che attira – continua -. In un Paese in cui si chiedevano dimissioni per telefonate inopportune non è ammissibile fare finta di niente. Neanche un tweet viene ad annunciare un reale cambiamento di verso. Il ministro dell’Istruzione e dell’Università riferisca in Parlamento e tragga le conseguenze legate al proprio ruolo. Ed il ministro della Salute non si limiti ad annunci, ma prenda atto della necessita” di porre fine al monopolio dell’Università nella formazione dei Medici e rivendichi per il SSN il ruolo che gli compete nella selezione e formazione dei futuri medici». E conclude: «Nel tempo del suo primato, la politica non può ritirarsi per lasciare alla magistratura decisioni strategiche per il futuro della sanità e del Paese, nascondendo i propri profili di responsabilità dietro le colpe dei tecnici».

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