Centri Giotto, crack da 70 mln: famiglia in manette

La finanza ha arrestato padre e tre figli per bancarotta fraudolenta

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La nota catena di distribuzione “Centro Giotto” al centro di un’indagine per frode: un famiglia di imprenditori romani (padre e tre figli, rispettivamente amministratore e soci) sono stati arrestati questa mattina con l’accusa di aver pilotato una bancarotta fraudolenta e provocato un crack da 70 milioni della società MediasonicRoma srl proprietaria di oltre trenta megastore presenti a Roma, provincia e anche in diverse città del centro Italia.

Secondo i militari del comando provinciale della guardia di finanza di Roma che hanno condotto l’operazione, gli imprenditori, consigliati da un noto commercialista di Pescara (arrestato anche lui), avrebbero messo in pratica una serie di trasformazioni societarie per trasferire all’estero ingenti somme di denaro, svuotare il magazzino merci e lasciar ai Centri Giotto solo i debiti. In particolare le fiamme gialle hanno appurato che erano state create diverse società in Portogallo, dove erano confluiti liquidi e beni per 30 milioni.

I prestanome del nuove aziende estere sarebbero ex dipendenti e attuali lavoratori. Gli indagati, inoltre, nel tentativo di sottrarsi alle conseguenze del fallimento della holding di famiglia, hanno anche presentato al Tribunale di Roma una domanda di concordato preventivo con proposta di liquidazione dei creditori, mediante ricorso ad un residuo attivo del tutto inesistente: liquidità indisponibili, crediti inesigibili, valore di magazzino gonfiato e beni immobili non di proprietà.

Fra i traffici illeciti della famiglia ci sarebbe anche una fittizia compravendita di un complesso immobiliare costituito da una villa di tredici vani catastali, con annesso terreno di oltre due ettari in località Formello. Infine, i finanzieri hanno anche certificato l’assenza di libri e di scritture e documenti contabili, sottratti alla procedura fallimentare e solo in parte rinvenuti dagli investigatori nel corso delle indagini. La frode ha provocato un danno all’erario di oltre 24 milioni, mentre ai dipendenti spettano circa 2,5 milioni.

 

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