Sono davvero da brivido le indiscrezioni che emergono dal processo contro il magnate dei rifiuti Manlio Cerroni. Il re di Malagrotta avrebbe minacciato il dirigente del dipartimento di prevenzione della Asl RmH che s’era messo di traverso esprimendo parere negativo sul nuovo impianto (ora sospeso in vigore di una decisione del Tar e della mancanza di finanziamenti). Così almeno ha ricostruito il 14 gennaio scorso, con gli investigatori coordinati dal pubblico ministero Alberto Galanti, il professor Agostino Messineo, dirigente della Asl Roma H.
DATI SCONCERTANTI – I dati epidemiologici su Albano evidenziavano «un eccesso di mortalità superiore al 50% per le malattie respiratorie e per le malattie polmonari croniche e pari al 60% per le malattie dell’apparato genito -urinario negli uomini», ma i soci di Cerroni non sentivano ragioni. Anche l’impegno per una bonifica parziale della zona, a fronte del raddoppiato rischio per il territorio che il gassificatore comportava, ritenuto inaccettabile, fu eluso.
Messineo si dice convinto che anche l’autorizzazione al settimo invaso della discarica di Albano «fosse del tutto irregolare in quanto molto vicino al Villaggio ardeatino, un centro abitato». E ricorda che la stessa Asl aveva espresso parere negativo in merito. Fu inutile. Furono le ragioni del patron delle discariche a prevalere ancora una volta.
IL PROCESSO – uasi 150 richieste di costituzione di parte civile tra persone fisiche, istituzioni e associazioni. E” cominciato il processo sul sistema rifiuti laziale che vede alla sbarra il ”dominus” (cosi” lo definisce l”accusa), Manlio Cerroni, i suoi collaboratori nonche” vertici apicali (e in qualche caso amministratori delle societa” della galassia Cerroni) Bruno Landi, Piero Giovi, Francesco Rando, Giuseppe Sicignano e i dirigenti (ora sospesi) della Regione Lazio, Luca Fegatelli e Raniero De Filippis. Tanti i capi di imputazione, tra cui soprattutto spiccano l”associazione per deliquere finalizzata alla frode e il traffico di rifiuti. A chiedere la costituzione di parte civile il ministero dell”Ambiente, la Regione Lazio, Roma Capitale, i Comuni di Anzio, Pomezia, Genzano, Ariccia, Nemi, Albano, Castel Gandolfo, la societa” Rida Ambiente di Fabio Altissimi (uno dei principali accusatori di Cerroni), che gestisce un tmb ad Aprilia, le associazioni Codici, Wwf Italia, Legambiente, Raggio verde, Ambiente e” vita e circa 140 cittadini della Valle Galeria (l”area di Roma dove ci sono la discarica di Malagrotta e i due tmb di Cerroni), Fiumicino e Borgo Montello (zona di Latina dove c”e” una discarica di proprieta” della galassia Cerroni).
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