Mafia Roma, trovato nuovo libro nero delle tangenti

Tutte le annotazioni e retribuzioni del gruppo criminale. Partono gli interrogatori

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Spunta un altro libro nero nell’inchiesta di Mafia Capitale. Per l’esattezza si tratta di un quaderno nascosto a casa di un collaboratore di Salvatore Buzzi, la mente criminale del gruppo a Roma.

IL QUADERNO – All’interno ci sono annotazioni sulla contabilità occulta delle numerose strutture controllate dal gruppo con l’iniziale del nome di chi ha percepito la tangente e accanto la cifra versata. Ancora ignote le annotazioni, ma intanto nell’inchiesta vengono coinvolte figure di rilievo istituzionale come quella di Anna Finocchiaro. Che però smentisce: «Qualcuno ha tirato in ballo il mio nome per presunti incontri o colloqui con Salvatore Buzzi. Non ho mai incontrato, né ho tanto meno parlato con questa persona, non so chi sia e sono pronta a querelare chiunque accosti il mio nome ad una così triste e grave vicenda».

IL SISTEMA DELLE RETRIBUZIONI – Scrivono i magistrati: «La retribuzione sia di alcuni esponenti delle strutture politico-amministrative interessate sia dei membri del sodalizio era possibile grazie all’emissione di fatture per operazioni inesistenti che, a seconda delle società emittenti, determinava diversificate modalità di remunerazione, puntualmente annotate in un cosiddetto “libro nero”, e in particolare: le società riconducibili a soggetti esterni al sodalizio, a fronte dei pagamenti ricevuti, retrocedevano all’organizzazione criminale denaro contante per la creazione di fondi extracontabili, necessari al pagamento dei politici, degli amministratori pubblici, dei dirigenti amministrativi e dei membri del sodalizio; le società direttamente controllate dall’organizzazione criminale, gestite anche con l’utilizzo di prestanomi, attraverso transazioni infragruppo riuscivano a canalizzare le quote illecite verso gli stessi membri ed a soddisfare le esigenze di reimpiego dei capitali illecitamente acquisiti».
Giovedì 11 dicembre i giudici del Riesame cominceranno ad esaminare i ricorsi degli arrestati contro le ordinanze di cattura. Il primo a depositare l’istanza è stato proprio Carminati. Nei prossimi giorni saranno invece interrogati arrestati e indagati e in cima alla lista c’è il sindaco Gianni Alemanno.

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