Sono sei finora le persone che si sono rivolte al pronto soccorso dell’ospedale oftalmico di Roma per fastidi agli occhi legati all’eclissi. Secondo quanto si e’ appreso da fonti sanitarie dell’Asl RmE, hanno accusato un “annebbiamento visivo per esposizione al sole”. Sono tutti in codice verde. Si tratta di quattro donne, un uomo e una bambina.
GLI SPECIALISTI – Gli specialisti del noto ospedale della Balduina spiegano come eventi di questo genere non vadano mai seguiti ad occhio nudo, ma sempre con l’utilizzo di filtri visivi, occhiali con lenti da sole molto spesse, delle lastre o dei rullini fotografici. Anche osservare il fenomeno attraverso la lente di un cellulare puo’ prevenire disturbi. Basta un secondo per giocarsi la vista. Nei cinque giorni successivi all’eclissi di diciassette anni fa si presentarono al pronto soccorso con forme di maculopatia più o meno grave: a farne le spese furono circa 500 persone. Con una premessa: nei casi più gravi, quelli legati ad una maggiore esposizione ai raggi ultravioletti, il danno è irreversibile. Come spiega Claudio Panico, primario dell’Unità di traumatologia dell’Oftalmico, i raggi colpiscono la zona centrale della retina producendo un effetto degenerativo: “Nelle forme più gravi della maculopatia, caratterizzata dalla comparsa di una macchia nera, lo scotoma centrale, nel mezzo del campo visivo, le cellule nervose muoiono”. Muoiono e non si riproducono più, lasciando spazio ad un’invalidità permanente. I casi più lievi, invece, vengono recuperati con una terapia anti-infiammatoria praticata nell’ospedale.