3.500 tra fiale e pasticche di sostanze steroidi anabolizzanti tra cui il nandrolone illegalmente detenute, che avrebbero consentito di ottenere, una volta divise, circa 5.000 dosi di sostanza dopante, (pari ad un valore commerciale di circa 500.000 euro sul mercato illegale) noncheé 60.000 euro in contanti provento dell’attività illecita, in data odierna hanno eseguito quattro misure di custodia cautelare in carcere su disposizione della Procura della Repubblica di Roma – direzione distrettuale antimafia.
LE INDAGINI – Le indagini svolte, anche mediante intercettazioni telefoniche e telematiche, hanno rilevato l’esistenza di un’organizzazione dedita all’importazione ed alla commercializzazione di sostanze medicali di provenienza estera di natura anabolizzante e/o psicotropa. L’importazione delle sostanze steroidi anabolizzanti avveniva attraverso una società di trasporto di soggetti di nazionalità romena che importava le sostanze vietate dalla Moldavia e dalla Romania direttamente in italia per poi collocarle sul mercato nazionale mediante una rete di distribuzione locale.
L’ORGANIZZAZIONE – Tra i distributori italiani è stata individuata l’organizzazione facente capo ad un soggetto di Cisterna di Latina di 34 anni, titolare di una palestra, unitamente ad altri tre soggetti di anni 25 di Latina, 36 di Cisterna e 32 di Quartu Sant’Elena.
L’ordinativo delle sostanze anabolizzanti avveniva attraverso un consolidato sistema di comunicazioni tra gli arrestati e i loro clienti, basato sullo scambio di richieste di dopanti attraverso i messaggi inviati sui diversi profili dei social network, quali facebook, o tramite l’applicazione di messaggistica whatsapp.
La consegna delle medesime sostanze, invece, avveniva tramite una ditta di spedizione nazionale. in particolare lo stesso d.l.n., ricevuto l’ordinativo degli anabolizzanti, contattava direttamente l’operatore della ditta di spedizione al quale consegnava il pacco con le sostanze dopanti avendo cura di effettuare tali operazioni sempre in posti diversi ed all’aperto per meglio occultare l’attività illegale.
La particolare pericolosità sociale che ha caratterizzato l’associazione composta dai quattro arrestati deriva anche dal fatto che rivendevano agli sportivi sostanze dopanti destinate ad un uso animale attraverso false ricette mediche a firma di medici generici e veterinari completamente ignari.
In particolare, la falsificazione delle ricette mediche avveniva tramite l’indicazione di farmaci anabolizzanti destinati oltre che a persone anziane anche a cavalli, bovini ed altri animali (quali ormoni della crescita) e una volta acquistati dall’organizzazione presso farmacie in realtà venivano destinati all’uso da parte dei frequentatori delle palestre.
I quattro arrestati, infatti, sono tutti bodybuilder, quali allenatori di numerosi ragazzi dediti alla cultura fisica i quali ricevevano consigli sulle diete da seguire e sulle sostanze da assumere per aumentare la massa muscolare, con notevolissimi rischi per la salute.