Caso Cucchi, «sul corpo una frattura»: nuova svolta?

Una consulenza tecnica smentisce i periti

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Potrebbe trattarsi di una svolta del caso ma bisogna procedere per gradi e andare cauti quando si parla di consulenze. I nuovi esami su Stefano Cucchi, morto all’ospedale Pertini il 22 ottobre del 2009 a sei giorni dall’arresto per droga, rivelano una ‘frattura recente’ a livello lombare, circostanza negata dai periti nel processo di primo grado.

LA CONSULENZA – La consulenza tecnica è stata consegnata oggi alla procura di Roma da Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, e dall’avvocato Fabio Anselmo. L’esito dell’accertamento tecnico finirà all’attenzione del pm Giovanni Musarò, che, nell’inchiesta bis aperta dopo l’esposto della famiglia e dopo la sentenza di secondo grado, sta indagando sull’operato di alcuni carabinieri della stazione di Tor Sapienza, dove Cucchi venne portato subito dopo l’arresto.

LA FRATTURA – Esaminando la documentazione medica, Masciocchi ha stabilito che “le fratture riscontrate sembrano essere assolutamente contestuali e possono essere definite, in modo temporale, come ‘recenti'”, ovvero comprese in una ‘finestra temporale’ “che, dal momento del trauma all’esecuzione dell’indagine radiologica o di diagnostica per immagini, è compresa entro 7-15 giorni”. Nel dibattimento in Corte d’assise, invece, si era detto che nella zona lombare non ci fossero fratture recenti, ma solo un’ernia e gli esiti di una frattura del 2003, mentre nella zona sacrale, una frattura recente. Il motivo della frattura lombare recente non vista è, per il professor Masciocchi, spiegato con “la forte sensazione che sia stato esaminato un tratto di colonna che include solo metà soma di L3 fino alla limitante somatica superiore di L5. In altri termini penso che sia stato tagliato il soma di L3”.

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