Arrestato Diabolik, il capo ultrà della Lazio

Era nascosto a Casalotti. È implicato nel traffico di droga

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La caccia a “Diabolik” è finita: il capo ultrà della Lazio (al secolo Fabrizio Piscitelli, classe 1966) è stato arrestato questa notte dalla guardia di finanza. Piscitelli, ricercato dal 25 settembre perché ritenuto punto di riferimento di una organizzazione di trafficanti di droga, era nascosto in un appartamento a Casalotti, zona nord ovest di Roma.

Dopo mesi di intercettazioni telefoniche e complicati pedinamenti, infatti, in particolare nella zona sud della capitale (La Rustica, Rocca Priora e Grottaferrata), i finanzieri del Gico hanno accertato l’esistenza di due agguerriti gruppi criminali, facenti capo, rispettivamente, a Paolo Diana e appunto Fabrizio Piscitelli, conosciutissimo nella capitale per il suo ruolo incontrastato di leader degli ultrà della tifoseria laziale e più volte salito agli onori della cronaca giudiziaria locale: dal recente processo connesso alla scalata alla Lazio agli innumerevoli episodi di violenza negli stadi.

Rilevante il ritrovamento nel covo di Diabolik  di materiale evidentemente connesso ai ripetuti episodi di violenza negli stadi, quali mazze di legno, sfollagente, fruste varie, asce, catane giapponesi, una pistola a salve, relativo munizionamento e, soprattutto, numerosissime apparecchiature tecniche di elevato livello tecnologico.

In merito alla sua posizione all’interno dell’operazione delle fiamme gialle, invece, tra il 1991 ed il 1992, Michele Senese, proprio attraverso Piscitelli e il fratello Gennaro Senese, ha stretto accordi con il clan Abate, all’epoca egemone nell’area di San Giorgio a Cremano (Na), ma con interessi nella capitale, finalizzati all’approvvigionamento di eroina dalla Turchia, via Germania, e di hashish dalla Spagna.

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