Si infittisce la vicenda della morte di Daniele Fulli, il 28enne attivista gay trovato ieri privo di vita, sulle sponde del Tevere all’altezza di via Pescaglia, in zona Magliana. Il parrucchiere romano era scomparso il 4 gennaio scorso e la famiglia si era rivolta anche alla trasmissione televisiva ”Chi l”ha visto?” per rintracciarlo. Ieri, poi, la terribile scoperta: Daniele con il volto massacrato e i pantaloni calati, riverso accanto al fiume.
La procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio volontario. Per gli inquirenti, il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il sostituto Caterina Sgrò, si tratta di un delitto avvenuto, presumibilmente, in un luogo diverso dal ritrovamento del cadavere. Gli investigatori stanno scavando nella vita di Fulli, sentendo parenti ed amici.
Il 28enne, inoltre, in passato ebbe una relazione con Simone, il giovane gay che si è suicidato alla Pantanella ad ottobre scorso. Intanto, si attende l’esito dell’autopsia per avere magari qualche elemento in più sulla morte. Sul corpo di Daniele, infatti, c’erano due fori, uno sul collo e uno all’inguine: bisogna accertare se possono essere stati causati da una pistola di piccolo calibro, da un punteruolo o da qualche altra cosa.
Le associazioni gay locali hanno rilanciato l’allarme omofobia, considerato come un probabile movente dell’omicidio di Daniele. Le notizie drammatiche legate agli omosessuali, a Roma si susseguono, infatti, ad un ritmo preoccupante: insulti, aggressioni, scritte sui muri e suicidi sono purtroppo all’ordine del giorno.
Imma Battaglia, consigliera comunale Sel, accorsa sul luogo del ritrovamento ha riacceso il tema della sicurezza a Roma e segnalato l’urgenza di dare una accelerata alla definizione della legge contro l’omofobia. “Il Governo – afferma – deve rispondere prontamente all’appello del sindaco e stanziare fondi da destinare immediatamente alla vivibilità della città, alla dotazione di risorse per mettere in campo misure di informazione e prevenzione contro l’omofobia, da realizzare in collaborazione con tutte le associazioni lgbt”.
Anche il gruppo Sel del Municipio XI, dove è avvenuto il ritrovamento di Daniele, ha espresso preoccupazione per l’incolumità degli omosessuali a Roma: “Non vogliamo credere che questo crimine sia connesso alla sua omosessualità, non possiamo permettere che in un paese civile si possa morire per il proprio orientamento sessuale”. Domani in Municipio sarà discussa la mozione presentata dalla Commissione Cultura sulla prevenzione e sulla lotta all’omofobia e alla transfobia.
Intanto la società civile si è mobilitata e ha organizzato per sabato una marcia simbolica nella stessa ora (16.00) e nello stesso luogo, il viadotto della Magliana, dove è stato trovato il corpo di Daniele. Parteciperanno Vladimir Luxuria, Cristian Floris (giovane vittima di omofobia) e le associazioni Mario Mieli, Gaycs, Di’Gay Project.
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