Salvo per miracolo, ma la situazione resta grave e stazionaria per il bambino di quattro anni rianimato dopo essere rimasto soffocato mangiando un hot dog al ristorante Ikea del centro commerciale “Porta di Roma”.
LA PROGNOSI – Superata la notte nel reparto di terapia intensiva neonatale del policlinico universitario Agostino Gemelli, la prognosi resta riservatissima. Da ieri sera alle 19 (e per le successive 48 ore) è sottoposto a terapia ipotermica. Ciò al fine di tutelare gli organi vitali e in particolare il cervello. Al termine delle 48 ore sarà progressivamente riportata la temperatura del piccolo alla normalità. Solo a conclusione di tale terapia i medici potranno valutare come reagirà il corpo del bambino, in particolare cervello e cuore, nonché le sue condizioni di salute effettive e gli eventuali danni riportati.
LA PAURA – Attimi di terrore ieri a Roma, all’interno della zona ristorante di Ikea nel centro commerciale Porta di Roma, dove il piccolo è stato soccorso dai sanitari del 118 a causa di un malore dovuto al cibo che ha ostruito le vie respiratorie.
L’INTERVENTO – I medici presenti nell’ambulanza intervenuta sul posto hanno praticato il primo soccorso, con le manovre di disostruzione che hanno consentito di eliminare i residui di cibo.
CODICE ROSSO – Poi, attraverso la ventilazione assistita, la respirazione del piccolo è ripartita. Il bimbo è stato immediatamente trasportato in codice rosso all’ospedale Villa San Pietro da dove, poi, è stato trasferito nella Terapia intensiva neonatale del Gemelli. Poco meno di un mese fa invece, tre ragazzine, dagli 8 ai 15 anni, si erano sentite male mentre si stavano cambiando negli spogliatoi della piscina del centro sportivo ‘Aurelia Nuoto’, in via Aurelia 770. Il malore forse causato da una intossicazione da monossido di carbonio.
IL MALORE E IL RICOVERO IN OSPEDALE – I tre, nessuno dei quali è in gravi condizioni, erano stati portati prima all’ospedale San Camillo poi trasferiti all’Umberto I e sottoposti a trattamento di ossigenoterapia in camera iperbarica. Sul posto erano intervenuti i carabinieri della stazione Madonna del Riposo che avevano ispezionato la struttura. Dall’analisi dell’aria presente nell’ambiente, tuttavia, i pompieri non avevano riscontrato tracce di monossido. Fra le ipotesi quella che il gas tossico possa essere arrivato negli spogliatoi attraverso le crepe nelle pareti direttamente dalla caldaia che si trova fuori dall’impianto sportivo.
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