Bimbo morto a Ikea: donati organi, si indaga per omicidio colposo

Domani l'autopsia. Salvati tre bambini operati stanotte a Roma, Genova e Bari

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Ikea

Una piccola vita spezzata, quella del piccolo Francesco, salverà quella di tre altri bambini. I genitori di Francesco Emanuele Maria, il bambino morto dopo essersi strozzato all’Ikea con un panino,  hanno deciso di donare gli organi. Così il piccolo deceduto ieri al policlinico Gemelli all’età di tre anni dopo cinque giorni in terapia intensiva per le conseguenze di un soffocamento con un hot dog al ristorante Ikea di Porta di Roma vivrà nei corpi di tre piccoli operati stanotte a Roma, Genova e Bari. Tre gli ospedali interessati: il Bambino Gesù a Roma, dove è stato aiutato un bambino affetto da una grave patologia epatica trattabile solo con il trapianto, uno a Genova e il terzo a Bari dove hanno ricevuto aiuto due bimbi affetti da gravi malattie renali.

SALVATE TRE VITE A ROMA, GENOVA E BARI – E così è stato possibile offrire una speranza di vita a tre piccoli grazie a tre trapianti effettuati nella notte: uno a Roma, all’Ospedale Bambino Gesù, per aiutare un bambino affetto da una grave patologia epatica trattabile solo con il trapianto, gli altri due a Genova e a Bari per aiutare due bimbi affetti da gravi malattie renali. Il via libera all’espianto degli organi è arrivato dal Pm Alberto Galanti (mentre la Procura indaga per omicidio colposo e domani è prevista l’autopsia), esaudendo un piccolo grande desiderio dei genitori di Francesco, come ha spiegato una nota del Gemelli: «La generosità e l’amore di Alessia e Lorenzo – si legge – hanno permesso di oltrepassare l’indicibile dolore personale per la morte del loro unico figlio e pensare di poter aiutare con il consenso alla donazione degli organi ad altri bambini gravemente malati. E così è stato possibile offrire una speranza di vita a tre piccoli grazie a tre trapianti effettuati nella notte.
Come in tanti casi simili anche stavolta la Rete Nazionale Trapianti, coordinata da Alessandro Nanni Costa, e per il Lazio da Domenico Adorno ha consentito lo svolgimento delle complesse attività che caratterizzano la donazione e il trapianto degli organi, rendendo possibili i tre interventi salvavita.

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