«Le denunce e le foto del degrado che caratterizzano il campo nomadi tollerato della Monachina lasciano poco spazio all’immaginazione. Si tratta della nuova Malagrotta, luogo dove i nomadi selezionano il rovistato e occupano un’intera area tra Massimina e l’Aurelia invadendo quotidianamente il ponte sull’Aurelia di collegamento tra il XII e il XIII Municipio. Una situazione intollerabile che costa ai cittadini centinaia di migliaia di euro e lasciato in completo stato di abbandono da Roma Capitale».
Così dichiarano in una nota congiunta Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio, e Riccardo Corsetto, esponente del comitato DifendiAmo Roma, nel commentare le denunce continue che arrivano dalla cittadinanza residente e da quella che attraversa quotidianamente l’Aurelia.
DISAGI PER I CITTADINI – «Si tratta di uno quei campi che nel Piano Nomadi doveva essere chiuso e trasferito e – si legge ancora nella nota -, invece oggi regna una vera e propria anarchia. A risentirne sono i cittadini di Casal Lumbroso, Massimina, Castel di Guido, Montespaccato, che faticano a fare una raccolta differenziata gestita da Ama in maniera ancora insufficiente e disorganizzata».
LE BONIFICHE – «Ma in questo campo si registra un disastro ambientale, tra roghi di materiali, rifiuti di ogni genere e condizioni igienico-sanitarie inaccettabili – conclude Santori -. L’Anas è costretta periodicamente a chiudere il ponte dell’Aurelia, dove si trova il campo, per effettuare bonifiche a spese dei contribuenti e mettere in sicurezza la stessa arteria. Nessuno è riuscito mai a spostare questo campo, ci chiediamo se non vi sia un atteggiamento ricattatorio degli stessi rom nei confronti delle Istituzioni. Vorremmo che così non fosse, ma è anche inutile chiederlo al sindaco Marino», conclude Santori.
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