Dieci anni e dieci mesi di carcere. Questa la condanna emessa dal Gup Abdul Subhan, cameriere bengalese di 50 anni processato a Roma con l’accusa di aver picchiato e lanciato dell’acido contro il viso della moglie, nel dicembre scorso
LA RICOSTRUZIONE – Fatale la lite avvenuta in un appartamento del Quadraro. Secondo le indiscrezioni l’uomo non voleva spostare un tavolino nella camera occupata dalla nipote. Ora Subhan doveva rispondere anche delle botte date alla moglie quando la donna era in stato di gravidanza, nonchè di lesioni provocate alla figlia di 14 anni accorsa in aiuto della madre e venuta in contatto con gli abiti intrisi di acido. La donna, che ha avuto ustioni sul 30 per cento del corpo e ha rischiato di perdere un occhio, era parte civile. Per il gup, dovrà essere risarcita in sede civile; disposta una provvisionale immediatamente esecutiva di 100mila euro.
LA DIFESA – La difesa annuncia il ricorso in appello. L’avvocato di Abdul continua a credere che sia stato un banale incidente durante una lite.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI CINQUE QUOTIDIANO
[wpmlsubscribe list=”9″]