Sono in corso indagini e rilievi all’interno di una fabbrica di solventi chimici, in via di Salone, su disposizione della Procura di Roma. La Polizia municipale del Servizio prevenzione emergenze, guidata da Antonio Di Maggio e la Polizia provinciale hanno effettuato il sequestro di alcune cartelle e diverse analisi a campione per verificare «paventati rischi di inquinamento ambientale nell’area della fabbrica Basf e nelle falde acquifere». Gli agenti, circa 150 impiegati per l’operazione, sono supportati anche dall’Arpa Lazio.
I DATI – I Comitati di Quartiere (Settecamini e Case Rosse) portano sul piatto delle tante denunce un’analisi del Dipartimento di Epidemiologia della ASL RME, datata 16 Settembre 2003. Analisi che evidenzierebbe una mortalità per tutti i tumori, nella popolazione maschile di Case Rosse e Settecamini dal 1987 al 2001, del 30% in più della media di Roma. Tra i dati, il Direttore del dipartimento indica la maggiore preoccupazione per la mortalità per linfomi non Hodgkin superiore del 188%.
LE NUOVE AUTORIZZAZIONI – L’impianto tra via di Salone e via delle Case Rosse, alle porte di Roma. Secondo quanto denunciato dai cittadini, il DD n.6593 del 20/11/2013 di “modifica non sostanziale” dell’Aia prevederebbe un aumento del 254% di rifiuti da bruciare (da 240 a 850 t l’anno) e nuove tipologie da trattare (catalizzatori esausti liquidi). Da qui l’ennesimo allarme lanciato dai residenti della zona, in lotta da anni contro l’inceneritore, con il comitato dei cittadini di Case Rosse che si è rivolto al Tar e il Comune di Roma che ha chiesto immediati chiarimenti agli organi competenti tra Provincia, ISS, ASL e ARPA.
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