Era il 25 agosto del 2013. E’ trascorso poco più di un anno. Dodici lunghissimi mesi dalla morte di Valentina Col, la pallavolista romana, 17enne di Montesacro, stroncata da un’embolia polmonare dopo 5 giorni di ricovero all’ospedale di Orbetello (Grosseto).
UNA MORTE ASSURDA – Una morte, quella di Valentina, ancora tutta da chiarire. Lei che era giovane, bella, atletica. Era caduta sulla spiaggia giocando a beach volley durante una vacanza con il fidanzato e gli amici nel Cilento. Un banale incidente al mare, era caduta e aveva preso una botta al torace. La ragazza si era rotta una costola: era il 14 agosto 2013. Venne “curata” in un pronto soccorso e dimessa con un trauma all’ottava costola, quindi proseguì le vacanze nella casa di famiglia a Pescia Romana. Ma non guariva dai dolori e il 21 agosto è andata all’ospedale di Orbetello, il più vicino, dove venne ricoverata per le conseguenze di una lesione a un polmone. Quel 25 agosto arrivò però come un macigno sulle teste dei familiari. E i genitori chiedono giustizia. Vogliono la verità: «Che cosa è successo in quei cinque giorni? Com’è possibile che fino alla mattina del 25 quando la situazione è precipitata nessuno tra i medici a cui avevamo affidato nostra figlia, non si sia reso conto di un quadro clinico allarmante?», se lo domanda, da allora, papà Massimiliano.
IL CORTEO – La 17enne sarà ricordata questo pomeriggio con una fiaccolata che attraverserà il quartiere. Sono stati invitati anche il sindaco Ignazio Marino e numerosi volti della pallavolo italiana. E poi ci saranno gli amici, la squadra in cui giocava Valentina, i compagni di scuola. Il corteo partirà dalla palestra Agnini alle 19,30 e arriverà a Piazza Sempione dove ci sarà un momento dedicato a musica e parole in ricordo di Valentina. «Ci piaceva ricordare Valentina nello stesso posto dove lo scorso anno abbiamo fatto il funerale, nel quartiere dove lei è cresciuta», ha detto all’Adnkronos la madre di Valentina, Francesca Farchi.
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