Tor Sapienza, il pianto degli immigrati: «Vogliamo morire qui»

Marino: «Non chiuderemo il centro accoglienza ma cercheremo un compromesso»

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“Vogliamo stare qui tutti. Vogliamo morire insieme se dobbiamo morire”. Così, con le lacrime agli occhi alcuni dei quattordici minori non accompagnati questa mattina hanno voluto incontrare e riabbracciare gli operatori del Centro di accoglienza di via Morandi, a Tor Sapienza, da dove sono stati trasferiti ieri dopo le violente proteste contro la struttura che ospita i rifugiati.

MARINO A TOR SAPIENZA – “Buffone, buffone”; “guarda come ci hai ridotto”; “a merda ma chi t”ha votato”. Sono solo alcuni degli insulti rivolti dai cittadini di Via Giorgio Morandi a Tor Sapienza all”indirizzo del sindaco di Roma, Ignazio Marino, che sta visitando la zona del quartiere vicino al cnetro di accoglienza. Il primo cittadino all”uscita del bar dove ha incontrato per circa mezz”ora alcuni comitati del quartiere ha trovato ad attenderlo decine di residenti inferociti che gli stanno parzialmente impedendo la visita all”interno del comprensorio popolare davanti al centro accoglienza.

“Non chiuderemo il centro accoglienza ma cercheremo un compromesso tra quelle che sono le esigenze di tutti”. E ancora, “mi prendo l”impegno per una riqualificazione del quartiere con particolare attenzione al centro polifunzionale occupato, di via Giorgio Morandi”. Queste sono alcune rassicurazioni che il sindaco di Roma, Ignazio Marino, avrebbe dato ai comitati di quartiere di Tor Sapienza incontrati in un bar di via Morandi. Il colloquio, dopo qualche titubanza, si sarebbe concluso con una stretta di mano tra Marino e i rappresentanti dei comitati. Tutte le tematiche sopracitate verranno riaffrontate domani in un incontro tra le parti, in Campidoglio. Marino si e” preso anche l”impegno di sbloccare la situazione riguardante la stazione dei Carabinieri che da anni, per problemi burocratici, non ha mai aperto.

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