Stefano Cucchi è stato picchiato, anche se non si può ancora dire chi siano stati gli autori delle torture. E’ questo il terribile verdetto contenuto nelle motivazioni della sentenza della Corte di assise di appello di Roma che segue alla sentenza dello scorso 31 ottobre. Allora furono assolti i tre agenti penitenziari, i sei medici e i tre infermieri imputati. Ora le motivazioni della sentenza gelano ancora di più il sangue di chi aveva sperato nella giustizia per il giovane Stefano. E la sentenza, sebbene dica che non sono chiare le cause della morte, non può non notare che Stefano fu picchiato.
PARLA IL GARANTE – «Le motivazioni della Corte d’Appello sono, purtroppo, l’amara conferma di quello che ho denunciato fin dalle prime ore seguenti la morte di Stefano Cucchi e cioè che la verità andasse cercata anche nelle fasi precedenti la sua presa in carico da parte della Polizia Penitenziaria. Paradossalmente, però, una sentenza di assoluzione può oggi aiutarci a trovare la verità.». Lo ha detto stasera il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni commentando la sentenza.
Nelle ore immediatamente successive alla morte del giovane, il Garante inviò un esposto alla Procura della Repubblica della Capitale nella quale si chiedeva – prima ancora che fossero noti tutti i dettagli della vicenda – di “verificare se effettivamente la mattina del 16 ottobre 2009 vi fosse stato un intervento del 118 presso la camera di sicurezza dei carabinieri che ospitava il Cucchi e di verificare chi fosse materialmente intervenuto in quella occasione e quali fossero le condizioni cliniche del detenuto al momento dell’intervento”. Indagini che dunque potevano andare in un’altra direzione e scoprire altre verità, se non “le verità” dei fatti che hanno portato alla morte di Stefano.
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