Roma, si rifiuta di assistere il capo in pratiche di autoerotismo: picchiata con un mattarello

In manette un 72enne, donna sotto choc

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Un uomo di 72 anni è stato arrestato oggi a Roma dagli agenti del commissariato di polizia San Basilio per aver picchiato senza pietà una sua dipendente di lavoro dopo che lei si è rifiutata di assisterlo in alcune pratiche estreme di autoerotismo.

L’INIZIO DELLA TORTURA – Le sofferenze di una 40enne romana sono iniziate alla fine del 2014, poco tempo dopo aver iniziato un nuovo lavoro in un esercizio commerciale nella periferia est di Roma. Il titolare dell’impresa, con varie scuse, faceva in modo di far arrivare al lavoro la sua “vittima” prima degli altri dipendenti ed approfittava di quei momenti per porre alla donna delle domande sulla sua vita sessuale. Per niente scoraggiato dall’atteggiamento di chiusura della donna, l’uomo ha iniziato a chiedere esplicitamente alla dipendente di aiutarlo in pratiche estreme di autoerotismo. Al rifiuto della stessa l’uomo compiva da solo la pratica sessuale nella stanza vicina, così da costringerla comunque a sentire quello che stava facendo, ponendola quindi in una pesante situazione di disagio.

PICCHIATA – L’escalation della perversione dell’uomo ha avuto il suo culmine circa un mese fa, quando l’uomo è passato dalla violenza psicologica a quella fisica; all’ennesimo rifiuto di essere aiutato nella sodomizzazione, ha chiuso la donna in uno stanzino e, quando lei si è messa ad urlare, l’ha colpita al petto con un mattarello minacciando di uccidere lei e suo figlio. La donna, subito dopo essere uscita dal magazzino dove era stata rinchiusa, si è rivolta alla Polizia di Stato.

L’ARRESTO – Le indagini hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza che hanno portato all’emissione da parte del Tribunale di Roma di una misura cautelare – arresti domiciliari- nei confronti del capo della donna. Gli investigatori stanno ora scavando nel recente passato della persona incriminata. L’ipotesi è che le violenze sopra descritte non siano un caso isolato e che dietro al continuo “ricambio” di personale femminile nell’azienda si nascondano altri casi di violenze psicologiche.

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