Nel primo pomeriggio, attorno alle 15:00, un incendio è divampato nei sotterranei dell’ospedale San Camillo, gettando nel panico gli operatori, i pazienti e le loro famiglie, visto che il fumo è arrivato fin dentro i padiglioni Maternità e Maroncelli. Le fiamme sarebbero partite da due differenti cumuli di materassi e materiale di risulta posti nel sotterraneo del padiglione Maternità. Tempestivo l’intervento dei Vigili del Fuoco, che hanno già riportato la situazione alla normalità.
«Questo incidente – si legge in una nota della Cgil – ci obbliga a ricordare che da troppo tempo denunciamo lo stato di insicurezza in cui versa la struttura. I pesanti tagli dell’ultimo lustro hanno ridotto pericolosamente l’investimento in sicurezza e sorveglianza. Un ospedale delle dimensioni del San Camillo, senza gli strumenti opportuni, diventa ingovernabile e rischioso per operatori e cittadini».
LE REAZIONI – “Nei sopralluoghi effettuati al reparto Maternità dell’Ospedale San Camillo avevamo constatato e denunciato la carenza di misure di sicurezza: mancanza delle uscite di sicurezza, porte mangiafuoco e scale antincendio. Dal 2013 abbiamo chiesto e sollecitato un intervento per evitare che quella parte del nosocomio romano potesse rivelarsi una trappola per le mamme, i neonati e gli operatori sanitari. Purtroppo tutte le nostre azioni sono state vane e non sono stati fatti passi avanti nonostante la delibera 249 del 1 marzo 2013, che avrebbe teoricamente dato il via alla procedura per la realizzazione delle scale antincendio. Oggi riscontriamo il solito lassismo, a causa di un incendio divampato all’interno della struttura che poteva avere conseguenze drammatiche”. Lo denuncia Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio.
“E’ necessario effettuare un monitoraggio dell’intero plesso per verificare l’adeguatezza della struttura alle normative di sicurezza dei luoghi di lavoro. Continuerò a chiedere uno screening immediato sullo stato di sicurezza di tutte le strutture ospedaliere presenti nel territorio regionale. Le carenze riscontrate nel reparto di maternità del San Camillo potrebbero essere solo uno dei tanti esempi desolanti che si registrano nei presidi ospedalieri e, nella loro gravità, dovranno rappresentare un punto di partenza simbolico per mettere in sicurezza i nostri ospedali”, conclude Santori