Il giallo di un sequestro dei dirigenti dell’Alstom ha riacceso i riflettori sulla crisi dell’azienda che ha sede a Colleferro. Avevamo anticipato una giornata molto calda per Alstom. E così è stato.
Tutto inizia nella mattinata dopo l’incontro tra i lavoratori e i rappresentanti del sindacato tenutosi intorno alle 11,30. All’uscita le prime forme di protesta dei lavoratori.
«Non ci hanno dato risposte rassicuranti – affermano – ci è stato detto che dalla parte sindacale europea c’è interesse a proseguire il business dell’azienda e del Polo Manutentivo ma se non entrano commesse e non ci si siede presto a un tavolo per accordi interistituzionali e con l’azienda – continua – le prospettive non sono buone, questo per noi può voler dire anche chiusura da qui a sei sette mesi. Da qui non esce nessuno finchè non ci vengono fornite risposte rassicuranti.»
Una frase quest’ultima che viene strumentalizzata da alcuni. La confusione aumenta e anche i media ricoprono un ruolo fondamentale nella vicenda. Alle 17,00 l’adnkronos parla di sequestro di tre manager, giunti a Colleferro per condurre le trattative con i sindacati. La notizia fa il giro delle agenzie e arriva alle principali testate nazionali. I tre sono il francese Bruno Juillemet, vice-presidente delle risorse umane, Francesca Cortella, direttore personale di Milano e Riccardo Pierobon dell\’ufficio comunicazione di Milano. Con il passare delle ore sale la tensione. Sul posto giungono i Carabinieri e la Polizia per far desistere i lavoratori dall’iniziativa. Poi l’arrivo del primo cittadino di Colleferro, Mario Cacciotti e dell’assessore regionale Alessandra Tibaldi. Appurata la situazione, il sindaco di Colleferro per primo smentisce la notizia del sequestro. «Non è assolutamente vero che gli operai hanno sequestrato i dirigenti della Società – afferma il Sindaco – Ci stiamo confrontando serenamente ma è chiaro che i lavoratori sono seriamente preoccupati. I vertici dell’Alstom hanno comunicato loro che c’è il rischio di una chiusura dello stabilimento tra nove mesi. Ed è esattamente quanto dobbiamo impedire. Quello di Colleferro è uno stabilimento di eccellenza che dobbiamo difendere ad ogni costo, ma in tutti i modi leciti. Se necessario scenderemo in piazza, con una manifestazione del tutto pacifica». Anche il Comandante della Compagnia di Colleferro Merola è d’accordo con il sindaco. «I presupposti per il sequestro non ci sono. Le porte sono aperte e i manager possono liberamente uscire quando vogliono. La situazione è certo delicata. Sono ore di decisioni importanti.» La verità è che la direzione sta parlando con il sindacato europeo per trattare la chiusura dell’azienda. Alle 18,00 le prime smentite. A uscire per primo dalle mura aziendali è Riccardo Pierobon, uno dei tre manager, portavoce dell’azienda. «Non siamo sequestrati e non abbiamo subito intimidazioni – ha dichiarato il manager.»
La notizia arriva al Ministero dell’Interno dove Sacconi ha riunito una squadra per accertare la verità. «Si tratta di un tentativo di drammatizzazione mediatica che non puo\’ essere assecondato perche\’ costituirebbe un pericoloso precedente. I lavoratori e le loro organizzazioni hanno sedi dove far valere le legittime ragioni e stiamo seguendo la situazione della Alstom di Colleferro come quella della Tenaris di Bergamo o come quella di tante altre aziende – ha concluso – purtroppo investite dai problemi della crisi".
Intanto a Colleferro proseguono le trattative. Dalla Provincia l’assessore alle politiche del lavoro Massimiliano Smeriglio fa sapere «l’amministrazione provinciale si augura che il tavolo presso il ministero dello Sviluppo Economico venga ripreso il prima possibile e che non porti a una declassificazione del polo manutentivo di Colleferro ma conduca, invece, alla creazione di un polo nazionale manutentivo del materiale rotabile tale da riqualificare tutta l\’area e scongiurare il pericolo di una ulteriore perdita di posti di lavoro». Anche l’assessore al Lavoro della Regione Lazio appare preoccupata. «C’è da capire se si vuole mantenere in vita il sito di Colleferro ha dichiarato Tibaldi – ovviamente insieme all’amministrazione comunale, poi c’è da capire che intenzione ha l’azienda per il sito di Colleferro, dopodichè è necessario trovare dei partners industriali molto bravi che sappiano risollevare l’azienda. Provincia e Regione possono fare la parte politica, ma senza la volontà di comune e azienda non possiamo fare nessun accordo.»
La protesta continua oggi a Frascati. Dentro le Istituzioni, da ieri, proseguono le trattative.