La tempesta dopo la quiete. Dopo l’accordo in extremis, che nel maggio scorso aveva scongiurato la chiusura dello stabilimento di Ardea e il licenziamento di 50 dipendenti, alla ripresa dell’attività produttiva è riesplosa la vertenza Cecconi. L’azienda, che da anni è un punto di riferimento sul territorio nel settore alimentare, in maniera unilaterale, senza dare comunicazione ai sindacati, ha avviato una nuova procedura di mobilità per 35 lavoratori. Un fulmine a ciel sereno, che ha riaperto lo spettro della chiusura del sito e del licenziamento per la forza lavoro. Un\’operazione che i sindacati non esitano a definire «poco trasparente, gestita da un’azienda che praticamente non esiste». «A maggio eravamo riusciti a siglare un accordo molto sofferto, che salvaguardava lo stabilimento e tutelava i lavoratori, in attesa della presentazione di un piano industriale serio o dell\’arrivo di potenziali acquirenti in grado di mantenere lo standard produttivo e garantire i livelli occupazionali», dichiara Luca Battistini, segretario generale della Flai Cgil di Roma e del Lazio. «Invece, dopo la fine delle 13 settimane di cassa integrazione ordinaria, arriva la comunicazione della mobilità per 35 dipendenti. Un vero e proprio scandalo, perchè l\’azienda è sana e senza debiti e perchè noi siamo sempre rimasti all\’oscuro di quella che potremmo definire una vergognosa e subdola operazione della Cecconi, dietro la quale si potrebbe nascondere un altro disegno aziendale: vendere l’azienda senza i lavoratori. Le 35 procedure di mobilità, infatti, fanno pensare alla chiusura dell\’attività produttiva e al mantenimento della sola vendita diretta». «Se esiste, come pare, una manifestazione di interesse per rilevare la Cecconi», osserva Battistini, «lo si dica chiaramente al fine di permettere la ricollocazione del personale, senza escludere nessuno. La Flai ha organizzato la mobilitazione dei lavoratori, chiedendo l’intervento delle istituzioni per risolvere questa situazione. Già nei mesi scorsi avevamo chiesto all’azienda di comportarsi in maniera trasparente, ma evidentemente i dirigenti della Cecconi stanno seguendo una strada diversa, che osteggeremo con ogni mezzo nell’interesse della salvaguardia dei posti di lavoro». Per adesso i dipendenti rimangono al proprio posto di lavoro, ma non si escludono veementi forme di protesta nei prossimi giorni.