Attesa per lunedì prossimo la prima uscita pubblica di Umberto Croppi dopo la sua esclusione dalla Giunta Capitolina. L'ex assessore alla cultura del Comune di Roma incontrerà «quanti hanno a cuore il futuro della cultura e non solo nella Capitale d'Italia», come recita il manifesto d'invito. L'evento, cui sarà presente anche il consigliere provinciale del Pd, già presidente del primo municipio, Giuseppe Lobefaro, si svolgerà lunedì prossimo alle 18 presso il teatro Quirino in via delle Vergini.
L'invito è preceduto da un comunicato nel quale le intenzioni di Croppi, la sua originalità politica e il suo rapporto con la cultura non di parte, emergono con chiarezza. «Roma non è una città come le altre – dice – e la cultura, in tutte le sue espressioni, rappresenta la struttura stessa della sua vita sociale, del tessuto economico, del suo immaginario». Per questo la Capitale «ha bisogno di una visione culturale che ne disegni le prospettive: urbanistica, decoro, infrastrutture, servizi non possono essere pensati come fattori slegati da una capacità progettuale completa e unitaria».
Raccontando poi la sua esperienza di amministratore, Croppi parla dell'incontro con le migliaia di operatori che della cultura fanno la propria professione o la propria passione. «Ho ascoltato, imparato, mi sono rimboccato le maniche e, insieme a loro ho cominciato a disegnare, a costruire un progetto, a dimostrare, spesso, che le cose si possono fare. Ho contribuito a realizzare una rete importante di competenze, di esperienze, di volontà». Ma proprio forte di questa esperienza Croppi guarda al futuro e intende continuare la sua azione offrendosi «come strumento di aggregazione» contribuendo alla creazione di un movimento «che abbia come fondamento quel senso civico ormai estraneo alla classe politica e che si proponga come nuova classe dirigente».
Chiede quindi a tutti coloro che ritengono «sia possibile tracciare percorsi nuovi e rivendicare un ruolo attivo nella costruzione del nostro futuro di accettare questo (suo) primo invito. E promette di raccontare una storia "edificante della politica italiana" per condividere le linee di un progetto, verificando insieme a chi ci sarà la forza di un possibile pensiero nuovo nella politica cittadina». Un manifesto vero e proprio quello dell'ex assessore convinto che «parlare di Roma è un modo per parlare dell'Italia».