Se il disastro giapponese riaccende il dibattito sul rischio nucleare in Italia, i toni della polemica sono sempre gli stessi, e l’allarmismo di alcuni, unito alla prudenza di molti altri, non hanno davvero molto di nuovo. Una riflessione sul tema può comunque servire: ecco allora il sindaco Alemanno che si precipita a rassicurare i cittadini di Roma e Lazio, ricordando che "Con Renata Polverini gia' abbiamo espresso la volonta' di non avere centrali nucleari nel Lazio, perche' nella nostra regione c'e' gia' autosufficienza energetica".
Tutto vero, ma dai Verdi con il presidente Angelo Bonelli arriva la severa rampogna: "Alemanno e' stato in un ipocrita silenzio in questi mesi e nulla ha detto sul nucleare, nulla ha detto quando il governo affermava che sarebbe andato avanti nonostante il parere negativo delle Regioni, e se oggi la Regione Lazio ha un parere negativo lo si deve ai Verdi che ai sensi della mozione 117 del 24 novembre 2010 ha espresso un parere negativo per centrali e depositi nucleari nel Lazio". Verdi che aggiungono, rivolti poi al governo, sempre per bocca di Bonelli: "Il governo italiano fermi immediatamente la follia nucleare e la smetta con il sabotaggio del referendum. Il nucleare e' un attentato alla vita e al futuro delle generazioni presenti e future".
Anche i radicali, con Emma Bonino che affrontò seriamente l’argomento ai tempi della sua candidatura alle regionali, spiegano che "il nucleare per l'Italia non ha veramente senso da un un punto di vista di rapporti costi/benefici", dato che "spenderemmo 30 miliardi per avere il 4% di energia finale tra vent'anni". Poi, aggiunge Bonino, "ci sono altri problemi" quali "sicurezza e scorie". Insomma, "non e' davvero utile per il nostro paese tornare al nucleare".
Molto chiara la posizione di Nieri e Zaratti, consiglieri regionali si Sel: "Se Alemanno e Polverini sono realmente contrari al programma nucleare del Governo, che tra l'altro prevede la realizzazione di una centrale nel Lazio, a Montalto di Castro, sostengano il referendum contro il nucleare e si facciano promotori di iniziative che inducano il Governo ad un rapido ripensamento. Diversamente – concludono – avremo a che fare con le solite chiacchiere cui ormai ci ha abituati il sindaco".
Non tutti la pensano così, comunque, come il senatore Pdl Domenico Gramazio, che ha ricordato: «Nel Lazio esista già la possibilità di mettere in attivo postazioni già esistenti. Sul nucleare credo che l’Italia sia indietro per colpa di una demagogia che ci ha ma riteniamo che le centrali di terza e di quarta generazione siano sicure per i cittadini». Nel Lazio i "luoghi caldi" del possibile nuovo nucleare sono le ex centrali di Latina, Garigliano (appena dentro la Campania) e il sito mai entrato in funzione di Montalto di Castro (Vt) che oggi ospita una centrale termoelettrica. (5web)