La legge 125 del 2008 del pacchetto sicurezza voluto dal governo Berlusconi, che aveva permesso ai sindaci di varare divieti anti-accattonaggio o anti-lucciole è stata bocciata ieri dalla Corte Costituzionale. Sono dunque illegittime le ordinanze emanate dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, contro alcolici, prostituzione, lavavetri, ambulanti, writer, schiamazzi notturni e per il decoro.
La questione era stata sollevata dinanzi alla Consulta dal Tar del Veneto. All’organo regionale si era infatti appellata l’associazione “Razzismo stop” contro l'ordinanza anti-accattonaggio del sindaco di Selvazzano Dentro.
E con la sentenza n. 115 i giudici costituzionali hanno ritenuto violati gli articoli 3, 23 e 97 della Costituzione riguardanti il principio di eguaglianza dei cittadini, la riserva di legge, il principio di legalità sostanziale in materia di sanzioni amministrative. Secondo la Consulta l’assenza di una valida base legislativa nell'ampio potere di ordinanza conferito ai sindaci non solo incide negativamente sulla garanzia di imparzialità della pubblica amministrazione ma lede anche il principio di eguaglianza dei cittadini davanti alla legge.
"La bocciatura spunta alcune ordinanze del sindaco, che in verità già non funzionavano granché" ha commentato il segretario Idv Vincenzo Maruccio. Per il segretario del Pd, Marco Miccoli, la sentenza della Corte è "la dimostrazione del fallimento delle politiche di Alemanno e Berlusconi. Questi argomenti vanno affrontati in modo serio, non con l'elmetto", mentre Dario Nanni, vicepresidente della commissione sicurezza, ha annunciato un'interrogazione per chiedere conto "dei soldi spesi inutilmente fino a oggi attraverso queste ordinanze".
Il sindaco Alemanno, che in un primo momento aveva preferito non commentare la bocciatura, questa mattina, intervenendo a SkyTg24, ha dichiarato: "Non ci possiamo permettere dei buchi nelle regole e nelle norme di questa città anche se chiediamo al Parlamento e al Governo di far subito un provvedimento di legge. Lo chiedevamo anche prima perché sapevamo che le ordinanze da sole non bastavano. Da un anno e mezzo io chiedo una legge contro la prostituzione in strada, una legge che ci permetta di avere un indirizzo chiaro rispetto ad alcuni reati di strada che devono essere contrastati. Oggi questo provvedimento è urgente, quindi noi possiamo controllare la situazione per alcuni mesi ma il Parlamento ci deve venire subito in soccorso''.