Era nell'aria e alla fine l'amministratore delegato di Atac, Maurizio Basile ha rassegnato le dimissioni dal cda dell'azienda di trasporto capitolina insieme al presidente Luigi Legnani uomo dell'esponente della destra romana Rampelli oggi in rotta di collisione con Alemannno. Restano al loro posto immobili, quali convitati di pietra, gli altri tre consiglieri Carlini, Spagnoli e Galano. Basile era arrivato alla guida dell'Atac nello scorso mese di ottobre, per risanare i conti lasciati nel disastro dal suo predecessore Bertucci e con una azienda travolta dallo scandalo parentopoli. In fondo dopo la opaca gestione Bertucci e quella non meno anonima del predecessore Tabacchiera, quella di Basile sembrava essere la soluzione più adeguata per reggere le sorti della più grande azienda di trasporto pubblico in Italia.
Un manager preparato che già aveva dato prova delle sue capacità quale amministratore delegato di Aeroporti di Roma, già stimato anche da Veltroni e sponsorizzato dallo stesso Gianni Letta per dirigere l'Atac dopo un breve periodo nell'incarico di capo di gabinetto del sindaco. Qualche settimana fa Basile aveva presentato il piano industriale dell'azienda del quale si attende ancora la discussione in Consiglio Comunale, senza che l'opposizione levasse grandi clamori. Tutto sommato il risanamento di una azienda che presenterà a bilancio una perdita più vicina ai 170 che ai 120 milioni previsti inizialmente e cheregistra, 330-340 milioni di esposizione con le banche e 270 con i fornitori., qualche misura di radicale risanamento doveva pure prenderla.
A dispetto dell'assessore alla mobilità Antonello Aurigemma il quale sino all'altro ieri si batteva il petto spergiurando che non ci sarebbe stato alcun aumento delle tariffe di trasporto almeno per due anni, cioè sino a dopo la campagna elettorale del 2013. Le dimissioni di Basile non giovano certo al sindaco, tanto più che in un'altra società sulla quale si sono appuntate le critiche delle opposizioni e le attenzioni della magistratura, l'Ama, Panzironi resiste aggrappato alla poltrona, nonostante un giorno sì e l'altro pure il 'fuoco amico' ne annunci le prossime dimissioni. Se ne vanno i migliori? Più che andarsene ci restano poco. Certamente tre amministratori delegati in tre anni con nel mezzo una fusione delle varie società afferenti al trasporto pubblico, sono un bel record di stabilità. Ma più che un insuccesso testimoniano il fallimento del sindaco.
Il bello è che Basile sino ad un mese fa smentiva ogni ipotesi di dimissioni quindi non è del tutto irrealistico credere che le dimissioni annunciate, come ha colto astutamente il capo gruppo del Pd Marroni, possano essere il minaccioso randello agitato da Basile nei confronti non solo del sindaco, ma soprattutto dell'assessore Aurigemma che deve aver irritato l'Ad con la sua invadenza e di quell'on. Piso che sulle vicende dei trasporti ha sempre voluto dire la sua. Politici di lunga lena, ma probabili 'dilettanti allo sbaraglio' agli occhi dell'esperto manager. Una minaccia che qualcuno, anche a sinistra, incomprensibilmente giudica quale 'indebita' pressione, ma che invece ha il sapore di un 'redde rationem' tra il manager sponsorizzato da Gianni Letta e il sindaco ormai proiettato alle comunali del 2013. Come se nel frattempo i disastri delle aziende capitoline si risolvessero da soli.
Giuliano Longo